Stefano Calandra, ricercatore scientifico presso Earthquakes Forecast – The Gravitational Theory, ha realizzato un’analisi relativa ai Campi Flegrei, interessati da continui sciami sismici dovuti al fenomeno del bradisismo, sulla base del modello EqForecast. EqForecast è un modello che si basa sulle influenze gravitazionali dei pianeti del sistema solare, del sole e della Luna sulla crosta terrestre. In un video condiviso su Youtube, Calandra spiega che nel caso del terremoto di magnitudo 4.2 avvenuto il 27 settembre 2023, “il terremoto è accaduto perfettamente con i criteri del nostro modello: era stato previsto”. “Il che mi ha fatto ritenere che il magma in quel caso non avesse avuto un ruolo definitivo, ma che questo ruolo lo avesse avuto la forza gravitazionale dei pianeti. Il magma, in sostanza, avrebbe avuto solo un ruolo acceleratore dell’innesco sismico”, continua Calandra. “Dal nostro punto di vista, lo scivolamento della faglia è avvenuto tramite le azioni gravitazionali, che erano presenti in quel momento e non erano presenti né prima, né dopo”, dice il ricercatore.
Nel caso del terremoto di magnitudo 4 del 2 ottobre 2023, “il terremoto è accaduto invece non secondo i criteri del nostro modello: quindi non è stato previsto. Il che mi ha fatto ritenere che il magma in questo caso abbia invece avuto un ruolo definitivo”, dice ancora Calandra, precisando che si tratta solo del “punto di vista” della loro ricerca. Calandra precisa che “il nostro modello non prevede la risalita del magma, ma (anche nel caso dei Campi Flegrei) solo l’innesco sismico, ossia lo scivolamento della crosta nei punti di faglia per cause astronomiche. Purtroppo non abbiamo nella pancia del modello dati statistici sufficienti per stabilire una correlazione tra influsso gravitazione dei pianeti e risalita del magma”.
Calandra parla poi degli sciami sismici ai Campi Flegrei, sottolineandone l’evoluzione da poco prima degli anni ’90 ad oggi. Il ricercatore evidenzia uno sciame sismico negli anni ‘90, un altro a ridosso degli anni 2000, poi “silenzio sismico” e “un terzo sciame adesso, quello più forte di tutti”. “Siamo in un passaggio di fase in cui matematicamente è possibile apprezzare un aumento del rischio sismico nella zona dei Campi Flegrei dovuto agli sciami intensi in corso”, dice il ricercatore.
Quando potrebbe avvenire il prossimo terremoto ai Campi Flegrei e con quale intensità? Per rispondere a questa domanda, Calandra introduce il concetto di ciclicità dei terremoti, spiegando che “i terremoti sono caratterizzati nel loro accadersi dallo scadenzarsi di un tempo ciclico, un tempo cioè che non è il tempo solare a noi noto (del nostro orologio), ma un tempo che possiamo chiamare “tempo gravitazionale”. I sismi risulterebbero quindi come eventi ciclici e regolari; avvengono con una ciclicità che è calcolabile in base al moto degli astri”.
A questo punto, Calandra illustra il possibile momento in cui potrebbe avvenire il prossimo terremoto ai Campi Flegrei. Parlando dei gradi dell’allineamento sole-Luna-Terra, il ricercatore spiega che “il terremoto di magnitudo 4.9 di Marradi del 18 settembre 2023 è avvenuto quando sole, Luna e Terra erano a 45° fra di loro”, cioè “siamo a metà fra la Luna nuova e il primo quarto”. “Quando sole-Luna-Terra vanno di nuovo a 45°, abbiamo il terremoto di magnitudo 4.2 dei Campi Flegrei del 27 settembre. Poi c’è stata la Luna nuova, poi di nuovo sole-Luna arrivano a 45° e abbiamo avuto il terremoto di magnitudo 4.4 in Bosnia e il terremoto di magnitudo 4 ai Campi Flegrei del 2 ottobre”, spiega Calandra. “Adesso stiamo andando verso l’ultimo quarto, dove sole-Luna-Terra saranno a 90° e poi torneremo di nuovo verso la Luna nuova, passando i 45°”.
“Se è vero che i terremoti più importanti dell’ultimo mese li abbiamo avuti in questa posizione astronomica, è deducibile che avremo proprio intorno all’11-12 di ottobre un altro possibile terremoto ai Campi Flegrei”, dice il ricercatore, indicando anche una fascia oraria: “tra le ore 16 UTC dell’11 ottobre e le 2 UTC del 12 ottobre”. Secondo il modello di Calandra, dunque, tra il pomeriggio dell’11 ottobre e la notte successiva, “potremo avere un altro sciame sismico con un potenziale picco sismico di magnitudo 4 sulla scala Richter”, dice il ricercatore, affermando che la “magnitudo potrebbe essere anche più alta”.