Una quarta forte scossa di terremoto ha colpito in una settimana la provincia di Herat in Afghanistan, causando il crollo di numerosi edifici e costringendo le persone a lasciare le loro case ancora una volta, mentre già in migliaia vivono nelle tende, esposti al forte vento e a tempeste di sabbia. A dare il quadro della situazione in una nota è l’organizzazione Save the Children, che continua: l’ultima scossa di magnitudo 6.3 ha interessato ieri un’area a circa 30 chilometri dalla città di Herat, colpendo nuovamente comunità già stremate dai forti terremoti dei giorni scorsi. Sono circa 20mila le persone coinvolte complessivamente in sei diversi distretti, 1.300 le vittime e 1.800 i feriti, la maggior parte dei quali sono donne e bambini che si trovavano nelle loro case al momento del terremoto. Molte persone dormono all’aperto dopo che le loro abitazioni sono state distrutte, e molte altre hanno il terrore di tornarci temendo altre scosse.
La scorsa settimana, inoltre, la regione è stata colpita da forti tempeste di sabbia che hanno ostacolato la distribuzione degli aiuti, danneggiando le tende utilizzate come rifugi di emergenza e distruggendo le strutture mobili che forniscono cibo e assistenza sanitaria. Save the Children fa sapere che sta lavorando con i propri partner ad Herat per fornire assistenza d’emergenza alle aree più colpite, inclusa la fornitura alle famiglie di sussidi in denaro per aiutarle a comprare materiali per ricostruire le loro case e altre forniture urgenti, come cibo e acqua potabile, e per pagare le cure mediche.
Arshad Malik, direttore di Save the Children Afghanistan, ha dichiarato: “i nostri operatori stanno assistendo a scene desolanti. Centinaia di tende sono state allestite in pianure aperte per dare riparo alle famiglie che hanno perso tutto, ma in questi luoghi sono esposte a venti fortissimi e tempeste di sabbia. Quelli che prima erano villaggi, ora sono solo cumuli di macerie e rocce. I pochi e preziosi beni che le famiglie avevano un tempo, sono completamente sepolti”. Il direttore di Save the Children Afghanistan aggiunge: “la maggior parte dei morti e dei feriti sono donne e bambini, che erano in casa quando il terremoto ha colpito. Molti sopravvissuti sono terrorizzati all’idea di tornare a casa. È impossibile uscire dallo stato di emergenza quando il terreno si muove continuamente. Questa è una crisi che si aggiunge ad una preesistente. Anche prima di questo disastro, i bambini soffrivano a causa di una tremenda mancanza di cibo. Allo stesso tempo, il rigido inverno si sta avvicinando rapidamente, in un momento in cui i bambini e le famiglie non hanno un riparo o vestiti caldi per proteggersi”.
Malik avverte che “la nuova emergenza richiede nuovi finanziamenti. Senza un urgente stanziamento di fondi vedremo un impatto anche su programmi umanitari preesistenti, in quanto i finanziamenti, già insufficienti a far fronte ai bisogni, saranno ulteriormente messi a dura prova. La comunità internazionale non può voltare le spalle ai bambini di Herat che hanno urgentemente bisogno di aiuto“.
Save the Children sostiene le comunità e protegge i diritti dei bambini in tutto l’Afghanistan dal 1976, anche durante i periodi di conflitto e i disastri naturali, con programmi in nove province. Lavora poi con partner in altre sette province. Dall’agosto 2021, sta aumentando la sua risposta per sostenere il numero crescente di bambini in difficoltà, fornendo assistenza sanitaria, nutrizione, istruzione, protezione, alloggi, acqua, servizi igienici e sanitari, sicurezza alimentare e sostegno ai mezzi di sussistenza.