Continua a salire drammaticamente il numero delle vittime del terremoto in Afghanistan. Secondo quanto si apprende da alti funzionari talebani, citati dal ‘Guardian’, il bilancio si sta avvicinando a 3.000. Nella capitale regionale di Herat, nell’ovest del Paese, la gente ha dormito nei parchi pubblici e nelle strade, temendo ulteriori scosse. Il terremoto di magnitudo 6.3 di sabato 7 ottobre – seguito da otto forti repliche – ha scosso aree difficili da raggiungere vicino a Herat, facendo cadere case rurali e mandando in panico gli abitanti delle città. E oggi è avvenuto un altro terremoto di magnitudo 4.9.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che 11mila persone provenienti da 1.655 famiglie sono state colpite dal terremoto e dalle sue repliche. Alcuni dei villaggi, tra cui quello di Kashkak, sono stati letteralmente polverizzati dal terremoto. In tutto sono state distrutte 1.300 abitazioni in 13 villaggi della provincia di Herat, e in ben 11 di questi il 100% delle case sono state rase al suolo. È successo ad esempio a Sarboland, situato non lontano dall’epicentro, dove già alla prima scossa tutte le abitazioni sono crollate, seppellendo le famiglie che si trovavano all’interno. La maggior parte delle case rurali dell’Afghanistan sono fatte di mattoni di fango essiccati al sole e pali di sostegno in legno.
Volontari e residenti dei villaggi nei pressi di Herat continuano nelle ricerche di eventuali sopravvissuti al violento sisma. A più di 48 ore dal disastro, gli aiuti umanitari arrivano col contagocce nelle aree più remote del territorio. I camion trasportano carichi di cibo, acqua potabile e coperte mentre affluiscono volontari arrivati da distretti anche distanti da quello rurale di Zinda Jan, maggiormente colpito dalla catastrofe. “Tutti cercano corpi e non sappiamo se ce ne sono rimasti sotto le macerie“, ha testimoniato Khalid, 32 anni, operativo nel villaggio di Kashkak, ad una trentina di chilometri dal capoluogo di Herat.
L’Afghanistan è spesso soggetto a terremoti, in particolare nella catena montuosa dell’Hindu Kush, vicino alla congiunzione tra le placche tettoniche eurasiatica e indiana. Nel giugno 2022, un terremoto di magnitudo 5.9 ha provocato oltre mille morti e decine di migliaia di senzatetto nella povera provincia di Paktika, nel sud-est del Paese.
Questa nuova tragedia arriva nel mezzo di una grave crisi umanitaria in Afghanistan, risentita maggiormente per il ritiro degli aiuti esteri dopo il ritorno al potere dei talebani. Anche la provincia di Herat, che secondo i dati della Banca Mondiale conta 1,9 milioni di abitanti, è colpita da anni da una siccità che ha paralizzato molte comunità agricole già afflitte da innumerevoli difficoltà.