Di terremoti come quello che ha colpito oggi la provincia di Rovigo, la cui magnitudo per ora è stimata 4.2, “ce ne sono tra i 15-20 all’anno”. A spiegarlo all’Adnkronos è il Presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia Carlo Doglioni, precisando che “non si tratta quindi di eventi particolarmente energetici“. Va tuttavia sottolineato che la scossa, che è stata avvertita dal Veneto fino all’Emilia Romagna, si è verificata “in una zona notoriamente attiva sismicamente, parliamo del fronte della catena appenninica sepolta sotto la parte meridionale della Pianura Padana”. Precedentemente, nella stessa zona, “a pochissimi chilometri di distanza dal terremoto di oggi, esattamente nel luglio 2011, c’è stata una scossa di magnitudo 4.5 – ricorda Doglioni – Un anno dopo sulle strutture più meridionali, una decina di chilometri più a sud, si è verificato il terremoto dell’Emilia”.
Più nel dettaglio, aggiunge il Presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, “nell’area compresa tra Bologna e Padova c’è un raccorciamento della crosta di circa 2 millimetri all’anno che è appunto responsabile di questa sismicità“. Si tratta quindi “un meccanismo compressivo“, che in passato “ha dato luogo alla sequenza del 2012″. “Già oggi ci sono state piccole scosse successive, in genere questo genere di sequenze durano abbastanza poco. Se poi possa evolvere in un evento maggiore al momento non è prevedibile ma non lo possiamo escludere“, prosegue Doglioni. Che invece esclude, con sicurezza, che ci sia relazione con altri terremoti che si sono verificati nelle ore precedenti sul resto della Penisola. “Nessuna relazione“, chiarisce.