Il 23 novembre 1980 il terremoto in Irpinia, il sisma cambiò per sempre il volto del Sud Italia

Il sisma ha lasciato un segno indelebile nella storia del Sud Italia
MeteoWeb

Il 23 novembre 1980, alle 19:34:52, un terremoto magnitudo 6.9 colpì la Campania centrale e la Basilicata centro-settentrionale. L’epicentro del sisma fu localizzato a 5 km da Conza della Campania, in provincia di Avellino. Il terremoto causò enormi danni e vittime. Le scosse furono avvertite in tutta l’Italia meridionale e in parte anche del resto del Paese. La scossa principale fu seguita da numerose repliche, alcune delle quali di magnitudo significativa.

Le aree più colpite furono quelle dell’Irpinia, della Basilicata e della Campania settentrionale. In queste zone, il sisma causò la distruzione di migliaia di edifici, la morte di oltre 2.900 persone e oltre 8.800 feriti. I comuni più colpiti furono quelli di Conza della Campania, Lioni, Sant’Angelo dei Lombardi, Sant’Agata de’ Goti, Avellino, Potenza, Melfi e Venosa. In questi comuni, il sisma distrusse completamente il patrimonio edilizio, causando la morte di centinaia di persone.

Il terremoto in Irpinia fu un evento drammatico che ebbe un impatto devastante sulla popolazione del Sud Italia. Le conseguenze furono profonde e durature. Il sisma accelerò il processo di spopolamento delle zone colpite, che ancora oggi non sono completamente ricostruite. Il sisma mise anche in luce la vulnerabilità dell’Italia ai terremoti e la necessità di un’adeguata prevenzione.

Dopo il terremoto, il governo italiano avviò un vasto programma di ricostruzione. Tuttavia, il processo è stato lento e complesso. E’ un evento che non deve essere dimenticato. Ha lasciato un segno indelebile nella storia del Sud Italia e rappresenta una tragedia che deve servire da monito per il futuro.

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