Il 25 novembre 1343 Napoli veniva colpita da un violento terremoto e da un maremoto

La testimonianza più famosa è quella del poeta Francesco Petrarca
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Il 25 novembre 1343, nel giorno di Santa Caterina, Napoli fu colpita da un violento terremoto e da un maremoto. La scossa, con epicentro nel Golfo di Napoli, ebbe una magnitudo stimata tra 7.0 e 7.5. Il maremoto, generato dal terremoto, raggiunse altezze di 10-15 metri e si propagò lungo la costa campana, distruggendo le città di Napoli, Pozzuoli, Torre del Greco, Amalfi e molte altre. Il sisma e lo tsunami causarono un numero enorme di vittime, stimato tra 20mila e 30mila. Napoli fu completamente devastata: le case, le chiese, i palazzi e i ponti crollarono, lasciando la città in macerie. Il maremoto trascinò via navi e barche, e allagò vaste aree della costa.

La testimonianza più famosa del terremoto e del maremoto è quella del poeta Francesco Petrarca, che si trovava in missione diplomatica a Napoli inviato da Papa Clemente VI. Petrarca descrisse l’evento in una lettera al suo amico Francesco Nelli:

Serrata la finestra mi posi sopra il letto, ma dopo avere un buon pezzo vegliato, cominciando a dormire, mi risvegliò un rumore e un terremoto, il quale non solo aperse le finestre, e spense il lume ch’io soglio tenere la notte, ma commosse dai fondamenti la camera dov’io stava“.

La mattina Petrarca si recò sul grande molo di Napoli ormai distrutto e invaso dalle acque.

Il terreno su cui ci trovavamo, eroso dalle acque che vi erano penetrate, franò velocemente; Noi, in terraferma, a stento ci siamo salvati, nessuna nave resse ai flutti né in alto mare e neppure nel porto. Una sola fra tante, carica di malfattori, si salvò. La loro nave, pesante, molto robusta e protetta da pelli di bove, dopo aver sostenuto sino al tramonto la forza del mare, alla fine cominciava anch’essa a cedere. E così, mentre lottavano e a poco a poco affondavano, avevano protratto il naufragio sino a sera; spossati alla fine, cedute le armi, si erano raccolti nella parte superiore della nave quand’ecco, al di là di ogni speranza, il volto del cielo rasserenarsi e calmarsi l’ira del mare ormai stanco“.

Il terremoto e il maremoto del 25 novembre 1343 furono tra delle più gravi calamità naturali a colpire l’Italia nel Medioevo.

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