Ambiente e salute: la Pianura Padana tra le aree UE dove lo smog è più nocivo

Pubblicato il rapporto annuale dell'Agenzia Europea per l'Ambiente sulla qualità dell'aria
MeteoWeb

La Pianura Padana conferma la sua preoccupante posizione tra le aree con la qualità dell’aria peggiore in Europa, registrando oltre 89 morti ogni 100mila abitanti attribuibili al particolato sottile (Pm2.5), un dato comparabile a quello dei Paesi orientali dell’Unione Europea: è quanto emerge dal rapporto annuale dell’Agenzia Europea per l’Ambiente sulla qualità dell’aria, basato sui dati del 2021. Sorprendentemente, nonostante l’alto reddito procapite, la Pianura Padana si discosta dalla tendenza che associa le regioni più inquinate a quelle con reddito più basso nell’Unione Europea.

Nel 2021, la centralina smog di Cremona ha registrato la concentrazione media annua più elevata di Pm2.5 in Italia, raggiungendo i 26 microgrammi al metro cubo. Questo valore supera di un microgrammo i limiti stabiliti dall’Unione Europea e è oltre cinque volte superiore alle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Nel 2022, le centraline di Borgomanero (Novara) e alla centrale Enel di Torchiarolo (Brindisi) hanno segnalato le situazioni più problematiche, secondo stime preliminari.

Il rapporto dell’Agenzia Europea per l’Ambiente di quest’anno sottolinea anche l’aggiornamento dell’app Air Quality Index, che consente ora ai cittadini europei di monitorare i dati sulla qualità dell’aria in tempo reale.

Inoltre, il rapporto evidenzia che Polonia, Italia e Germania sono i Paesi europei in cui l’inquinamento atmosferico rappresenta una minaccia maggiore per la salute. In Italia, si stima che 46.800 morti siano attribuibili all’esposizione al particolato sottile Pm2.5, causando la perdita di 415.400 anni di vita (701 ogni 100.000 abitanti). Nonostante un miglioramento complessivo dal 2005 al 2021, con una diminuzione del 41% delle morti attribuibili al Pm2.5 nell’UE a 27, corrispondenti a 253.000 morti all’anno, il rapporto evidenzia che il 97% della popolazione urbana è ancora esposto a concentrazioni di Pm2.5 superiori al livello guida stabilito dall’OMS.

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