Milioni di persone nel mondo hanno assistito ad un magnifico spettacolo di luci dell’aurora boreale durante lo scorso fine settimana, dalla Russia alla Turchia, passando per l’Italia e la Grecia. L’affascinante fenomeno è stato causato da una forte tempesta geomagnetica che ha raggiunto il picco forte-G3 il 5 novembre alle 18:40 ora italiana, sulla scala di 5 gradi utilizzata dallo Space Weather Prediction Center della NOAA per valutare la gravità degli eventi meteorologici spaziali.
Le tempeste geomagnetiche sono disturbi del campo magnetico terrestre causati dal materiale solare derivante dalle espulsioni di massa coronale (CME), cioè grandi espulsioni di plasma e campi magnetici dall’atmosfera solare. La tempesta geomagnetica dello scorso fine settimana è stata innescata non da 1 ma da 2 CME che si sono schiantate sulla Terra il 4 e il 5 novembre. Durante una tempesta solare, le particelle energizzate provenienti dal Sole si schiantano nell’atmosfera terrestre a velocità impressionanti, fino a 72 milioni di km/h e il campo magnetico del nostro pianeta incanala le particelle verso i Poli. La sovralimentazione delle molecole nell’atmosfera terrestre innesca gli spettacoli colorati, che di solito rimangono limitati alle aree ad alte latitudini per l’aurora boreale e alle basse latitudini per l’aurora australe.
Quando ci sarà una nuova aurora boreale in Italia?
Mentre lo SWPC della NOAA prevede per la giornata di oggi una tempesta geomagnetica classe G2, è difficile prevedere con certezza un altro evento della portata che ha consentito anche all’Italia di ammirare il fenomeno. La magnetosfera è ancora in fermento, e nei prossimi giorni sono attesi nuovi flussi di particelle in arrivo, ma la previsione degli effetti è piena di incertezze. Lo SWPC aveva previsto, con largo anticipo, disturbi geomagnetici per il periodo dal 4 al 10 novembre.
Per quanto riguarda la possibilità di vedere di nuovo l’aurora boreale, anche in Italia, per non farsi cogliere di sorpresa nel caso in cui si verifichino nuovamente le condizioni, è consigliabile consultare uno dei servizi che forniscono previsioni per il “meteo spaziale“, come questo, che mostra le previsioni del valore di Kp nel corso del mese. L’intensità delle tempeste solari viene valutata tramite un indice noto, appunto, come Kp, il quale varia da 0 a 9. Fino a valori di 3 o 4, non si osservano fenomeni visibili nelle regioni vicino all’equatore, mentre già a questi livelli si possono osservare aurore boreali in regioni a latitudini più elevate. Per rendere l’idea, la tempesta che ha causato l’aurora boreale nella serata del 5 novembre 2023 aveva un indice Kp compreso tra 6 e 7.
Monitorando queste previsioni, così come la pagina dello Space Weather Prediction Center della NOAA, che mostra, oltre alle previsioni per le tempeste geomagnetiche, anche le mappe di visibilità dell’aurora boreale, è possibile prepararsi in anticipo per osservare l’aurora boreale quando le condizioni sono favorevoli.