“Bisogna verificare un trasferimento magmatico dal sistema profondo (7-8 km) a quello superficiale (4 km)“: è quanto emerge dalla relazione finale delle due riunioni fiume della commissione Grandi Rischi del 27 e 28 ottobre sui Campi Flegrei, di cui il Corriere del Mezzogiorno pubblica oggi un’anticipazione. “La modellazione del campo deformativo dal 2015 necessita di un ulteriore contributo da parte di una sorgente magmatica a 7-8 km di profondità“, e di qui “l’urgenza di estendere le analisi all’anno 2023 (…) al fine di verificare (…) un trasferimento magmatico dal sistema profondo (7-8 km) verso quello superficiale (4 km)“.
In base all’analisi del gas nelle fumarole si evidenzia che “dal 2021 il sistema idrotermale si sta evolvendo verso condizioni (…) più magmatiche“. “Appare importante promuovere con urgenza una discussione critica su possibili segnali premonitori di tale attività e sulla capacità dell’attuale sistema di monitoraggio di rilevarli, evidenziando la necessità di eventuali implementazioni,” riporta la relazione. Per la commissione, “non si può escludere che si possano innescare processi quali sismicità significativa, manifestazioni freatiche e risalita del magma verso la superficie“.