Un satellite della NASA ha individuato un’isola appena formatasi al largo delle coste del Giappone, che ha vissuto una nascita infuocata alla fine di ottobre. Il satellite congiunto NASA/US Geological Survey Landsat-9 ha osservato l’isola sorgere dal mare al largo della costa dell’isola di Iwo Jima, il 3 novembre. L’isola è emersa a 1.200 km a Sud di Tokyo tra le 12:20 e le 12:35 ora locale del 30 ottobre, quando il magma bollente a contatto con l’oceano ha generato esplosioni, proiettando pezzi di roccia lunghi diversi metri in aria, secondo l’Università di Tokyo. “Secondo l’Agenzia meteorologica giapponese, l’eruzione sembra essere iniziata il 21 ottobre 2023,” hanno spiegato i ricercatori dell’Università giapponese. “Il luogo di questa eruzione è quasi lo stesso dell’eruzione del 2022 e si ritiene indichi la ripresa dell’attività del magma su Iwo Jima“.
Le eruzioni sottomarine hanno frantumato la superficie dell’oceano in 2 punti sotto forma di esplosioni sulla punta meridionale di Iwo Jima e le rocce si sono raccolte a Nord di queste esplosioni. Questo crescente mucchio di detriti alla fine ha formato un’isola larga 100 metri, a circa 1 km da Iwo Jima, circondata da acqua con colorazione più chiara e disseminata di roccia molto porosa chiamata pomice.
Roccia estremamente leggera, la pomice si forma quando da un vulcano fuoriesce lava ad altissimo contenuto di acqua e gas. Quando le bolle di gas fuoriescono da questa lava, questa diventa “schiumosa”, raffreddandosi e indurendosi, diventando roccia piena di fori.
Landsat-9 ha osservato l’isola dalla sua posizione a 705 km sopra la Terra il 3 novembre, e questa immagine è stata confrontata con le osservazioni della regione raccolte dallo stesso satellite il 18 ottobre in cui l’isola non era presente.
La nascita dell’isola è stata testimoniata anche un velivolo di proprietà di Mainichi Shimbun, un giornale giapponese, testimone delle fasi iniziali di un’eruzione sottomarina nella parte meridionale dell’arco Izu-Ogasawara, una fossa oceanica nel Oceano Pacifico occidentale.
Il sito della nuova isola è stato focolaio di eruzioni sottomarine di vapore e lava negli ultimi anni, hanno spiegato i ricercatori dell’Università di Tokyo, aggiungendo che questo è uno dei vulcani della caldera a più rapida crescita.