Forte scossa di terremoto, oggi 20 novembre, nel Mar Tirreno. L’INGV segnala un sisma magnitudo ML 4.6, avvenuto nel Tirreno Meridionale alle 07:46:23 ad una profondità di 435 km.
L’origine dei terremoti nel Tirreno Meridionale
I terremoti nel Tirreno Meridionale sono “legati a un processo di subduzione, lo slab, lo sprofondamento della litosfera oceanica ionica che avviene al di sotto dell’arco calabro con sprofondamento nel Tirreno, un processo che ha generato l’apertura del bacino tirrenico, che non esisteva fino a pochi milioni di anni fa. Il pezzo della litosfera che sprofonda è attivo e genera frequenti terremoti profondi al largo della Calabria e della Sicilia orientale,” ha spiegato in precedenza ai microfoni di MeteoWeb Alessandro Amato, sismologo e Responsabile del Centro Allerta Tsunami INGV.
In genere sono eventi “superficiali verso la Calabria e andando verso il Tirreno diventano più profondi, seguendo la forma che ha la litosfera in subduzione“. Spesso vengono generati terremoti scarsamente avvertiti dalla popolazione, “ma che comunque non sono strani per la zona: avvengono proprio dove devono avvenire, diventano più superficiali man mano che si avvicinano alla costa“.
A livello storico, andando indietro fino al 1985, “si sono verificati diversi terremoti con magnitudo maggiore di 5, in particolare un paio M 5.8: uno è avvenuto durante la sequenza sismica di Amatrice, il 28 ottobre 2016, a nord della Sicilia, con ipocentro a 481 km, quindi nella parte dello slab più profonda. Poi un sisma M 5.8 è avvenuto il 26 ottobre 2006, più vicino alla Calabria“. Tornando ancora più indietro, guardando al catalogo antico dei terremoti dal 1900 in poi, “si sono verificate una ventina di scosse con magnitudo superiore a 5, tra cui un evento M 5.6 nel 1978“.
E’ quindi “una zona molto attiva con la caratteristica subduzione ionica sotto il Tirreno“, ma, ha precisato l’esperto INGV, “questi terremoti non devono sorprendere, non fanno danni salvo siano molto forti, ma anche in questo caso, essendo profondi, l’energia si attenua. Proprio a causa della profondità si propagano maggiormente e si possono avvertire anche nel resto d’Italia, cioè hanno un ampio raggio di risentimento, ma comunque non sono tsunamigenici, non danno luogo a maremoti“. Proprio l’importante profondità di questi eventi è tipica e unica del Tirreno meridionale: eventi profondi “si registrano anche sotto l’Appennino settentrionale, ma si va su 80-90 km, così come nell’arco ellenico, ma non si arriva a profondità di questo tipo“.