È ancora corsa contro il tempo per salvare i 40 operai indiani intrappolati da domenica 12 novembre in un tunnel stradale in costruzione nello stato nordorientale dell’Uttarakhand. I soccorritori sono in costante contatto con gli uomini imprigionati nel tunnel, con i quali comunicano attraverso un sottile tubo di acciaio, che permette anche di far arrivare loro cibo, bevande e medicine. Ora i soccorritori stanno valutando di utilizzare un nuovo metodo per aprire la via di fuga. Dalla notte di venerdì 17 novembre, è stato bloccato lo scavo in orizzontale con il quale si cercava di inserire un tubo di 90 centimetri nei detriti precipitati dal soffitto. Lo scavo è stato interrotto e mai più ripreso, dopo che una serie di rumorosi scricchiolii hanno suscitato il timore che la volta del tunnel potesse crollare e complicare la situazione. Inoltre, anche la seconda potente macchina escavatrice fatta arrivare giovedì 16 novembre sul luogo dell’incidente da Delhi con un cargo dell’aviazione militare, si è rotta, dopo poche ore di utilizzo.
Secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa indiana Pti, la nuova opzione di salvataggio è già stata avviata. Bashkar Kulbe, l’esponente del governo locale che coordina l’operazione di salvataggio, ha detto ai media che l’idea è scavare un canale verticale.
Dopo avere visitato il sito questa mattina, Nitin Gadkari, titolare del Ministero ai Trasporti e alla Autostrade del governo centrale, ha confermato che “esistono diverse altre opzioni per salvarli” e che “non lasceremo nulla di intentato“, aggiungendo che gli operai saranno liberati, al più tardi, entro quattro giorni.