Da mezzanotte, sono stati misurati circa 800 terremoti nella regione della Penisola di Reykjanes, nel sud-ovest dell’Islanda, in cui si sta verificando un’intrusione di magma che rende imminente un’eruzione vulcanica. L’attività sismica è leggermente diminuita nelle ultime ore, ma rimane elevata. La maggior parte dei terremoti recenti si sono verificati vicino alla cittadina di Grindavík, dove si stima che si trovi l’estremità sudoccidentale del dicco magmatico, segnala il Servizio Meteorologico Islandese.
È in corso l’analisi dei terremoti di oggi e di ieri, con l’obiettivo di comprendere meglio l’evoluzione dell’intrusione di magma. Attualmente, i dati indicano che l’intrusione di magma si estende da Stóra-Skógsfell a nord fino a Grindavík a sud, dove si estende sotto il mare. Secondo gli ultimi modelli preliminari, utilizzando i dati satellitari più recenti acquisiti la scorsa notte, la profondità minima della parte superiore dell’intrusione di magma a nord di Grindavík è di 1,5km. L’interpretazione congiunta delle misurazioni terrestri e satellitari indica che la dimensione dell’intrusione di magma e la velocità con cui si muove sono molte volte maggiori di quanto misurato in precedenza nella Penisola di Reykjanes, evidenzia il Servizio Meteorologico Islandese. “La nostra valutazione è che un’eruzione, se dovesse verificarsi, avrà origine dal lato settentrionale dell’intrusione di magma. Ciò significa che c’è una maggiore probabilità che un’eruzione inizi vicino a Sundhnjúkagígur”, viene spiegato. “La probabilità che si verifichi un’eruzione vulcanica nel prossimo futuro è ritenuta considerevole”, conclude il Servizio Meteorologico Islandese nel suo ultimo aggiornamento.