Giornata folle meteorologicamente parlando per il Piemonte. Nella notte, la neve ha imbiancato le montagne della regione, con qualche fiocco sceso anche in alcune zone della collina di Torino. Oggi, però, a causa di un imponente afflusso di aria mite sospinta dalle correnti di Libeccio si è assistito ad un brusco rialzo delle temperature in montagna. Le temperature sono elevatissime in quota, con lo zero termico oltre i 2.800 metri. Si registra, infatti, una massima di +13°C a Valdieri, località a 1.400 metri nel Cuneese, +11°C a Castelmagno, località a 1.700 metri nel Cuneese, +11°C a Palanfré (1.600 metri nel Cuneese), +10°C ai 1.600 metri di Acceglio, nel Cuneese, +9°C a Neraissa (1.400 metri nel Cuneese), +9°C a Elva (quasi 1.800 metri ne Cuneese), +4°C agli oltre 2.000 metri del Rifugio Selleries, nel Torinese.
Il tutto, mentre la neve è scesa fino a bassa quota, con temperature molto basse in pianura e fondovalle ancora sotto zero. Emblematici i colori della mappa delle temperature su Piemonte e Valle d’Aosta (foto in alto). I fondovalle al riparo dalle correnti calde sono in viola, quindi temperature negative, mentre in quota sono ampiamente positive, soprattutto sulle Alpi Marittime, nel Cuneese. Attualmente, ci sono +4°C a Torino, Alessandria, Asti, Vercelli; +2°C a Cuneo, Pinerolo, Avigliana, +1°C a Lanzo Torinese, Sparone, 0°C a Front.
Questa situazione si spiega con l’aria più calda che arriva su una zona caratterizzata da aria più fredda preesistente. Nei bassi strati, le temperature sono prossime allo zero, quindi la neve cade fino a quote di collina. Molto rappresentativa la foto di Oropa (in alto), in cui si vede bene il riscaldamento avvenuto sopra i 2000 metri che ha sciolto tutta la pochissima neve caduta, mentre al di sotto le temperature si sono mantenute sotto lo zero.
Proprio in questa situazione, si verifica il fenomeno del gelicidio: lo scorrimento dell’aria calda in quota è molto forte e il fiocco di neve si fonde in quota ma lì dove è rimasta intrappolata aria molto fredda vicino al suolo, il fiocco di neve diventa goccia di pioggia e poi cadendo a contatto con un suolo gelato provoca il fenomeno del gelicidio. Ad essere colpite da questo fenomeno sono alcune zone tra l’Oltrepò Pavese, il Piacentino e le zone più interne dell’Appennino settentrionale.
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