di Benedetto De Vivo* – In mio percorso nell’Accademia Italiana mi sono sempre battuto contro l’esistenza dei Settori Scientifico-Disciplinari (SSD/ora SC), invocando invano apertura totale alla multidisciplinarietà (vedi mio intervento: Multidisciplinarietà e SSD in Università; su Sito Ateneo.docenti@unina.it, 26 Febbraio 2018). Nulla si è mai concretamente manifestato, perché quanto da me invocato significherebbe contrastare i cosiddetti “equilibri” a presidio di interessi corporativi la cui punta di diamante sono proprio i settori scientifici disciplinari (SSD). Qualche segnale di apertura è avvenuto nel 2018, con il sollecito da parte del MIUR alle Università a ridurre il più possibile il numero dei SSD, con l’introduzione dei SC (Settori Concorsuali). Personalmente, da quando sono entrato nell’Università nel 1987, anche forte delle mie “esperienze” Americane, ho fatto una lotta giornaliera contro questo malefico cancro che condanna le Università Italiane al sottosviluppo culturale. Ma, a parte qualche Rettore che ha mostrato negli anni una sensibilità rispetto al problema (un ex Rettore del Politecnico di Torino e Rettrice di Università Bicocca di Milano, G. Iannantoni), non mi sembra che i Rettori Italiani, in generale, abbiano mai remato almeno nella direzione indicata dal MIUR nel 2018. C’è da sperare che finalmente tanti altri Rettori se ne rendano pienamente conto, in modo da costituire una massa critica, per smuovere le acque stagnanti della conservazione spingendo decisamente nella direzione della multidisciplinarietà, eliminando del tutto i SSD/SC.
La nascita dei SSD è legata all’evoluzione delle procedure di reclutamento dei Professori nelle Università, processo che parte con la Legge Casati (R. D. 3725/1859), ma che trova la sua consacrazione nell’ambito delle Leggi Corporative del Regime fascista (R.D. 1592/1933). In particolare il Regime emanava le Leggi Razziali che, intra alia, impedivano agli Ebrei di esercitare le professioni. Professioni che non potevano essere esercitate da coloro che non fossero iscritti agli Ordini Professionali, dove agli Ebrei era vietata l’iscrizione. Questa mala pianta, ha rafforzato, attraverso altre Leggi (580/1973, 766/1973, 31/1979, 382/1980, ed altre fino a 2018), l’esistenza di questa aberrazione illiberale nelle Università. In buona sostanza quello che in Paesi civili e liberali è una espressione culturale, nelle Università Italiane, con i SSD/SC, è strutturazione di potere e di sottopotere, che ancora oggi si manifesta con tutte le sue deleterie conseguenze nella vita Universitaria. Invece siamo arrivati al 2023… e ancora nessun passo si fa per eliminazione tout court dei SSD/SC.>
Ora nelle Università, imperversa la bibliometria come elemento di valutazione dei Ricercatori/Professori. Giudici del TAR hanno più volte accolto ricorsi di candidati “bocciati” in Concorsi sulla base degli indici bibliometrici, stabilendo che i giudizi dei Commissari dovessero esprimersi nel merito e non sui numeretti bibliometrici. Tutti sanno, e certamente non solo in Italia, come si costruiscono cordate per incrementare i “numeretti” bibliometrici. Nelle Università Americane top la bibliometria non viene per nulla utilizzata nella valutazione del valore dei Ricercatori. Questa pratica diventa molto più perniciosa in un contesto “culturale” non sostenuto dall’esistenza di un valore fondante della scienza: l’etica personale e pubblica. Quindi è sempre vero tutto e il contrario di tutto. Ciò nondimeno, se nei posti al vertice ci fossero persone che non siano l’espressione degli “equilibri” di cui sopra, qualcosa si potrebbe migliorare.
Cito un caso paradossale, esemplificativo, che va in mio favore riguardo il mio indice bibliometrico. Una mia pubblicazione (De Vivo et al. 2001) ha ricevuto circa 1300 citazioni. Dovrei esserne soddisfatto… il paradosso è che nella quasi totalità le circa 1300 citazioni sono tutte errate! De Vivo et al (2001) viene citato per indicare, correttamente, l’età dell’eruzione dell’Ignimbrite Campana-IC (39.000 anni, riportata in De Vivo et al, 2001), ma nello stesso tempo non si scrive che De Vivo et al (2001) non attribuiscano IC alla formazione della caldera dei Campi Flegrei. L’origine di IC e diverse altre eruzioni ignimbritiche è attribuita, in De Vivo et al (2001) ad attività fissurali (lungo fratture che bordano la Piana Campana, orientate NO-SE, con nessuna relazione con la formazione della caldera flegrea originatasi con eruzione di Tufo Giallo Napoletano (15.000 anni). Le diverse ignimbriti (6), datate da De Vivo et al (2001) con metodo Ar39-40, hanno età comprese fra >350.000 e 18.000 anni. Questo a conferma della visione del mineralogista A. Scacchi (1890), che sosteneva l’esistenza di una molteplicità di eruzioni ignimbritiche provenienti tutte da faglie fissurali della Piana Campana, in contrapposizione a altro mineralogista P. Franco (1900) che sosteneva al contrario unicità di evento di Ignimbrite Campana (allora definito Tufo Grigio Campano) che avrebbe formato la caldera dei Campi Flegrei.
All’inizio ho cercato di rettificare tale errata attribuzione, chiedendo alle riviste di intervenire per sanare la scorrettezza dei vari autori, ma poi ci ho rinunciato. Impossibile farlo per circa 1.300 citazioni, moltissime, penso, frutto di copia e incolla da parte di tanti autori, che certamente non vanno a verificare cosa De Vivo et al (2001) riportino realmente in loro pubblicazione. In questo equivoco, si è avverato quanto affermato da mio collega, Prof. R. Bodnar del Virginia Tech (Laurea Honoris Causa di Univ Napoli Federico II, e Membro di U.S. Academy of Sciences) in merito al paradosso della bibliometria: pubblica volutamente qualcosa di palesemente sbagliato su di un argomento popolare. Tutti ti citeranno per contestare il marchiano errore, così il tuo indice bibliometrico (h-index) aumenta…
Queste mie antiche convinzioni, frutto soprattutto, per quanto mi riguarda, delle mie esperienze e frequentazioni di Università Americane di primario livello, si sono fortemente rafforzate da lettura del magnifico libro “Oppenheimer”. Da cui è stato tratto il film, che in verità non rende in pieno la grande figura dello scienziato Oppenheimer. La sceneggiatura è infatti focalizzata sull’inchiesta/processo al quale fu sottoposto Oppenheimer, durante il periodo della caccia alle streghe negli USA.
Oppenheimer, quando fu nominato Direttore dell’Institute for Advanced Studies (IAS) a Princeton, dove operava anche Albert Einstein, concedeva incarichi a molti umanisti. Il conferimento di tali incarichi da parte di Oppenheimer non veniva compreso e condiviso da tanti all’interno di IAS. Ma Oppenheimer, contro qualche ritrosia di colleghi Matematici, Fisici, sosteneva: 1. La scienza non deve essere “specialistica”, ma assolutamente multidisciplinare; 2. Non si può essere veramente scienziati senza una solida conoscenza della storia e filosofia.
Questi 2 principi, in mio percorso di Ricercatore li ho trovati fortemente condivisi da Prof. Felice Ippolito (del quale sono stato orgogliosamente collaboratore per circa 25 anni). In miei incontri con il Prof. Ippolito, non parlavamo quasi mai di geologia, ma spessissimo di storia e filosofia (che sono sempre state la mia grande passione). In questo contesto non è poi certo stato un caso che da anni 90 in poi sono entrato in contatto con il compianto Avv. Gerardo Marotta, che mi invitava a tenere frequentemente seminari scientifici di rilevanza sociale presso il suo prestigioso Istituto di Studi Filosofici di Napoli.
Con questa impostazione di fondo guardo quindi anche all’evento del bradisismo flegreo – che tanta paura/angoscia suscita giustamente nei cittadini esposti al rischio, rispetto alla cui interpretazione fenomenologica, faccio spesso riferimento sia al principio filosofico di Giambattista Vico (1668-1744): Verum ipsum factum (la verità è nei fatti), che a quello dell’Uniformitarismo (ciò che si è verificato nel passato, si verifica nel presente; e ciò che si verifica nel presente si è verificato nel passato) di Charles Lyell (1797-1875) – Padre fondatore della Geologia (Principles of Geology). Sulla base sia di evidenze scientifiche attuali che di storia del fenomeno nel passato (almeno da epoca Greco-Romana), contro allarmismi/catastrofismi (basati su ipotesi/congetture, senza… evidenze scientifiche) assumo una pragmatica posizione basata su metodo scientifico. Metodo scientifico secondo il quale l’interpretazione sulla base di evidenze passate e presenti di un fenomeno naturale va modificata in relazione alla produzione di nuovi dati/evidenze scientifiche. Non dovrebbero invece assolutamente essere valutate mere ipotesi di risalita di magma alla profondità di circa 3 km da parte di diversi Ricercatori di INGV stesso, senza prove/evidenze scientifiche. Nei bollettini ufficiali dell’INGV/OV – Ente ufficiale preposto dal Governo Italiano al monitoraggio dei vulcani Italiani, è ripetutamente ribadito che non c’è alcuna evidenza di risalita di magma dalla profondità di circa 8 km (dove è ubicato il fronte magmatico), fino alla profondità di circa 3 km (dove è localizzato lo strato impermeabile dello spessore di circa 300 m, individuato da sondaggi profondi AGIP/ENEL di fine anni 70), con ipocentri dei terremoti fra circa 2 e 3,5 km. E non è certo un caso che non si registrino terremoti con ipocentri a profondità fra circa 4 e 8 km…. Se ci fosse la benchè minima risalita di magma da circa 8 km di profondità verso la superficie, ci dovrebbero essere terremoti con ipocentri fra 4 e 8km. Ma non ci sono… Nella sostanza ci troviamo di fronte a Ricercatori che smentiscono o quanto meno non danno credibilità, con loro ipotesi, ai bollettini ufficiali emessi con regolarità da loro Ente di appartenenza, l’INGV/OV… Detti Ricercatori, vogliono forse sostenere che i bollettini di INGV/OV siano falsi? Tutto ciò non è sostenibile a fronte di milioni di cittadini che vivono nell’angoscia/paura indotta da Ricercatori, anch’essi, molto in ansia…. di dare sfogo al loro irresponsabile ego/protagonismo.
Ho scritto in altri miei interventi, che se questo succedesse negli USA, vale a dire che i Ricercatori di U.S. Geol. Survey (che svolge negli USA, il ruolo svolto di INGV in Italia), smentissero, con dichiarazioni personali, quanto ufficialmente emanato da U.S. Geol Survey, in merito ad una emergenza come quella dei Campi Flegrei, sarebbero licenziati ad horas.
Ora da circa un mese non si verificano terremoti nei Campi Flegrei e il sollevamento del suolo è sensibilmente in fase regressiva. Tutti i dati confermano al 100% il modello ideato con miei co-autori (vedi: De Vivo e Lima, 2006. Developments in Volcanology 9, Elsevier, 289-317; Bodnar et al., 2007. Geology, 35(9), 791-794; Lima et al., 2009. Earth Sc. Reviews, 97, 44-58; Cannatelli et al., 2020. In: Elsevier, 407-433; Lima et al., 2021. GeoFluids, ID 2000255; De Vivo et al., 2009. Le Scienze, Dic, 496, 96-103; De Vivo B., 2015. Geo&Geo-RAI 3. 6 Marzo) sulla base dei dati (di epoche passate e attuali). Se, lo scenario dei dati dovesse virare in altra direzione, come dettato da metodo scientifico, bisognerebbe prenderne atto, valutando altri scenari. Al momento, in funzione di quanto scritto su riviste internazionali e a livello divulgativo (vedi interventi su MeteoWeb sotto riportati) ritengo che non esistano le condizioni per giustificare allarmismo/catastrofismo di vari Ricercatori nostrani (sostenitori del “pistone magmatico”) che continuano a chiamare in causa risalita, inesistente, di magma verso la superficie. Inducendo, il Ministro Musmeci della Protezione a preannunciare il passaggio da Allerta Gialla ad Arancione per l’Area Rossa dei Campi Flegrei. Prospettiva che ha sollevato, correttamente, la contrarietà del Sindaco di Napoli, Manfredi. Paradossalmente l’annuncio di Musmeci è avvenuto nel momento in cui non si sono più registrati terremoti, con riduzione significativa di sollevamento del suolo. Come anche eruzione in Islanda (di altra natura rispetto a quelle dei Campi Flegrei) di questi giorni insegna, in caso di risalita di magma si produce il “tremore vulcanico” con migliaia di terremoti al giorno. Con eruzione che segue nel giro di ore, non giorni/mesi…. Nel caso si verificasse quanto ipotizzato (vale a dire risalita del magma) da diversi Ricercatori, molti di INGV, dovremmo ammettere l’esistenza del magma ballerino che si diverte a fare il tip-tap del saliscendi, per eruttare o eventualmente ritornarsene in profondità… I tanti sostenitori del “pistone magmatico” non spiegano mai, per quale magico motivo, il magma in risalita, poi decide di tornarsene indietro…. Se il magma risalisse da 8 km, produrrebbe fortissimo tremore vulcanico e una violentissima eruzione in tempi brevissimi. I Ricercatori nostrani che ipotizzano risalite, inesistenti, di magma – con qualche supporto ahinoi di qualche “esperto” Inglese – penso non abbiano ben chiara la dinamica del “comportamento” di un magma.
In ogni caso è ancora prematuro per stabilire se l’attuale crisi bradisismica sia conclusa o meno. Bisogna aspettare eventi, per saperlo. Ma se si concludesse positivamente, come auspico e spero sulla base dei dati acquisiti, cosa fare per il futuro? Certamente la politica dovrebbe provvedere ad una sana gestione preventiva del territorio, come segue: a) Sul breve termine: 1. Non incentivare ulteriormente la costruzione di nuovi insediamenti residenziali in Zona Rossa; 2. Non emanare nuovi Condoni Edilizi; 3, Provvedere ad una verifica statica di abitazioni fatiscenti a rischio crollo, provvedendo con opportuni finanziamenti a loro consolidamento anti-sismico, per reggere terremoti di almeno Magnitudo 6, considerato che la Magnitudo massima in area vulcanica non dovrebbe essere >5,5; b) Sul lungo termine, considerato che i vulcani buoni Napoletani, Vesuvio e Campi Flegrei, stanno concedendo tutto il tempo di provvedere in caso di un potenziale evento eruttivo catastrofico, “sventrare” il territorio costruendo ampie vie di fuga per consentire una velocissima evacuazione di milioni di cittadini, ed eventualmente un altrettanto veloce rientro in abitazioni, in caso di falsi allarmi (del tutto possibili).
Solo a titolo di cronaca, riporto la valutazione peer review di Prof. M. Ghiorso, uno dei massimi esperti mondiali di magmatologia, su pubblicazione: Lima A., De Vivo B., Spera F.J., Bodnar R.J., Milia A., Nunziata C., Belkin H.E., Cannatelli C., 2009. Thermodynamic model for uplift and deflation episodes (bradyseism) associated with magmatic-hydrothermal activity at the Campi Flegrei, (Italy). Earth Science Reviews, 97, 44-58.
Reviewer #1 (M. GHIORSO – University of Washington, Seattle): This is very well written and documented manuscript. I enjoyed reading it very much. I think the argument is made convincingly for describing bradyseisms as episodic phenomena that need not be related to events of magma injection. It is a simpler and to my mind more convincing model than more complicated scenarios that require external triggers. This ms could be published as is without revision. Si tratta di un manoscritto molto ben scritto e documentato. Mi è piaciuto molto leggerlo. Penso che l’argomentazione sia convincente per descrivere i bradisismi come fenomeni episodici che non necessitano di essere correlati a eventi di iniezione di magma. È un modello più semplice e, a mio avviso, più convincente rispetto a scenari più complicati che richiedono triggers esterni. Questo ms potrebbe essere pubblicato così com’è senza revisione.
In merito contributi su bradisismo flegreo, rimando a interventi su MeteoWeb, fra 2020-2023: 1. 21/9/20, https://www.meteoweb.eu/2020/09/campi-flegrei-trivellazioni-ad-agnano-e-rischio-sismico-4-senatori-chiedono-il-commissariamento-dellingv-in-unintricata-tela-di-conflitti-dinteresse/1479355/; 2. con G. Rolandi, 25/10/20, https://www.meteoweb.eu/2020/10/rischio-vulcanologico-somma-vesuvio-campi-flegrei-ecatombe-eruzione/1495856/; 3. con A. Lima, 12/4/21, https://www.meteoweb.eu/2021/04/il-bradisismo-flegre o-e-il-rischio-eruzione-nei-campi-flegrei/1660015/; 4. 20/3/22, https://www.meteoweb.eu/2022/03/il-bradisismo-flegreo-e-i-terremoti-nei-campi-flegrei/1776129/; 5. 12/7/23, https://www.meteoweb.eu/2023/07/bradisismo-flegreo-terremoti-campi-flegrei/1001271140/; 6. 7/9/23, https://www.meteoweb.eu/2023/09/bradisismo-considerazioni-protezione-civile-campi-flegrei/1001296819/; 7. 28/9/23, https://www.meteoweb.eu/2023/09/bradisismo-campi-flegrei-comunicazione-scientifica-libertapensiero/1001304852/; 8. 10/10/23, https://www.meteoweb.eu/2023/10/bradisismo-campi-flegrei-cronistoria/1001309770/; 9. 24/10/23, https://www.meteoweb.eu/2023/10/bradisismo-allarmismo-rischio-eruzione-campi-flegrei/1001317122/; 10. https://www.meteoweb.eu/2023/11/bradisismo-campi-flegrei-etica-scientifica/1001325407/
*Articolo di Benedetto De Vivo: Prof. Straordinario presso Univ. Telematica Pegaso, Napoli; e Adjunct Prof: presso Virginia Tech, Blacksburg, VA, USA; Nanjing Univ, Nanchino, Cina; Hubei Polytechnic Univ, Huangshi, Cina; 2019 Gold Medal Award dell’Association of Applied Geochemistry.