Elon Musk si prepara a quella che è considerata la maggiore sfida della sua carriera. Dopo aver ricevuto l’approvazione dalla Food and Drug Administration (FDA) per condurre studi sull’uomo, migliaia di potenziali pazienti hanno mostrato interesse a diventare cavie per Neuralink, secondo quanto riporta Ashlee Vance per Bloomberg. La sperimentazione clinica prevede l’impianto di elettrodi e fili super sottili nel cervello di un paziente e richiede la rimozione di una parte del cranio per inserire un computer grande quanto una moneta da 50 centesimi. Questo impianto mira a leggere e analizzare l’attività cerebrale della persona e trasmettere queste informazioni in modalità wireless a un dispositivo vicino come un laptop o un tablet. La FDA aveva inizialmente respinto la richiesta dell’azienda di condurre sperimentazioni sull’uomo nel 2022, citando problemi di sicurezza.
Dopo aver condotto studi simili su maiali, pecore e scimmie, l’azienda di Elon Musk vuole verificare se il loro impianto e il robot chirurgico sono sicuri da usare sugli esseri umani. La sicurezza è un fattore importante in tale tecnologia medica, soprattutto quando una parte del cervello viene aperta per impiantare un chip al suo interno. E Neuralink non ha sempre ricevuto il massimo dei voti per le sue procedure.
Preoccupazioni sollevate sui test sulle scimmie
A settembre, secondo i registri veterinari a cui hanno avuto accesso PCRM e Wired, i macachi rhesus utilizzati per gli esperimenti Neuralink sono stati soppressi dopo aver subito complicazioni come “diarrea sanguinolenta, paralisi parziale ed edema cerebrale”. In uno dei casi, una scimmia femmina tirava e strappava il suo impianto finché non sanguinava e teneva per mano il suo compagno di gabbia. Successivamente, è stato necessario sottoporla ad eutanasia.
Gli esperimenti di Neuralink – stando a un’inchiesta federale raccontata in esclusiva da Reuters a dicembre 2022 – hanno portato alla morte di almeno 1.500 animali tra cui maiali, pecore, ratti e scimmie. La sperimentazione di nuovi trattamenti e dispositivi medici sugli animali fa parte della scienza da tempo per verificare se sono efficaci e sicuri per l’uso umano. Nelle sperimentazioni umane, però, non c’è spazio per errori.
Le ambizioni di Elon Musk e Neuralink
Anche se Neuralink non sarà la prima azienda ad aver sviluppato impianti cerebrali che consentono di eseguire compiti di base con il pensiero, le sue ambizioni sono più grandi. Elon Musk immagina un futuro in cui gli esseri umani si fondono con l’intelligenza artificiale, scaricando la conoscenza direttamente nei loro cervelli e comunicando pensieri ad altri cervelli.
Nel mese di settembre, Neuralink ha iniziato a reclutare personale per la sua prima sperimentazione clinica sull’uomo per il chip cerebrale, chiamato interfaccia cervello-computer wireless (BCI) completamente impiantabile. Un paziente può presentare domanda di partecipazione allo studio se ha meno di 40 anni e tutti e quattro gli arti paralizzati, a causa di una lesione del midollo o della SLA. L’ambizione di Neuralink è quella di trattare lesioni e malattie neurologiche. In passato, Musk ha parlato anche di ripristinare la vista in chi è nato cieco e riparare un midollo spezzato.
Neuralink afferma di voler eseguire 11 interventi chirurgici nel 2024, 27 nel 2025 e 79 nel 2026. Poi il tutto aumenterà, passando da 499 interventi chirurgici nel 2027 a 22.204 entro il 2030, secondo i documenti forniti agli investitori, secondo quanto riporta Bloomberg. Al momento, l’intervento per installare l’impianto richiede un lavoro di almeno due ore da parte del chirurgo che effettua la craniectomia. Inoltre, un robot impiega circa 25 minuti per applicare al cervello elettrodi e 64 sottilissimi fili collegati al chip che sostituirà la porzione di cranio rimossa.