di Alessandro Martelli (esperto di sistemi antisismici, già direttore ENEA) – Ho appena notato che ieri l’altro (l’11 novembre) la Gazzetta del Sud era tornata sulle “sparate catastrofiste” del Dr. Mario Tozzi in merito al progetto del ponte sullo Stretto di Messina, che mi era toccato di leggere nell’intervista da lui rilasciata a Messinatody il 9 novembre (immediatamente ripresa da Reggiotoday). Il mio pensiero, assai critico, sulle suddette “sparate catastrofiste” lo espressi lo stesso 11 novembre in un’intervista da me rilasciata a MeteoWeb, ripresa, lo stesso giorno, da StrettoWeb.
Ora, sulla Gazzetta del Sud dell’11 novembre, leggo che i vertici ed i tecnici della Società Stretto di Messina avrebbero risposto al Dr. Tozzi, fra l’altro, che i terremoti di progetto saranno di magnitudo 7,5, dunque non 7,1, come aveva affermato il Dr. Tozzi (ma come era stato pure scritto in precedenza in articoli non suoi, https://lanuovabq.it/it/ponte-di-messina-un-progetto-utile-ma-cosi-rischia-di-restare-vittima-di-un-sisma).
Anzitutto, noto che parlare di “magnitudo” non è sufficiente: si intende magnitudo Richter (M) o magnitudo momento (Mw)? Non sono la stessa cosa!
Come ricordai nella mia intervista a MeteoWeb, sia il terremoto della Calabria Meridionale del 5 febbraio 1783 che quello di Messina e Reggio Calabria del 28 dicembre 1908 risultano esser stati (teoricamente) di Mw = 7,1 . Si noti, poi, che la magnitudo Mw del primo terremoto è solo stimata e che, quanto alla magnitudo Richter, essa risulta esser stata M = 7,0 (un valore nuovamente stimato) per il primo evento ed M = 7,3 per il secondo.
Inoltre (come pure sottolineai nell’intervista da me rilasciata a MeteoWeb), ricordando che la magnitudo di un terremoto è una misura (seppure indiretta) dell’energia da esso sviluppata e che le scale di magnitudo sono logaritmiche, ritengo indispensabile (al fine di tener conto del fatto che i valori di M e di Mw dei due terremoti che ho prima menzionato sono solo teorici, quantomeno, e di assicurare gli indispensabili ampi margini di sicurezza per un’opera così importante ed avveniristica come è il ponte sullo Stretto di Messina) che sia assunta, per i terremoti di progetto (sia in Calabria che in Sicilia), non M o Mw = 7,5, bensì Mw = 7,9, così come era stato suggerito da noti sismologi, da me citati nella mia intervista (ricordo che la differenza fra i due valori Mw = 7,9 e Mw = 7,5 non è piccola, essendo le scale di magnitudo logaritmiche).
Quanto sopra per la magnitudo. Però, si deve pure chiedere al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) ed alla Società Stretto di Messina: che ne è, poi, dei dissipatori antisismici ed anti-vento, che, come richiesto a me ed altri colleghi dall’ex Ministro Lunardi per conto del MIT, proponemmo già alla fine di aprile, tenendo anche conto dell’esperienza acquisita all’estero?
Ricordo che proponemmo che tali dissipatori dovessero essere (https://www.vglobale.it/2023/03/01/isolamento-sismico-una-tecnica-antica/ e https://lanuovabq.it/it/ponte-di-messina-un-progetto-utile-ma-cosi-rischia-di-restare-vittima-di-un-sisma):
– di tipo viscoso, fra l’impalcato sospeso ed i due corpi di fabbrica di ciascuno dei due piloni che sorreggono l’impalcato, per proteggere il ponte dal sisma;
– a massa accordata, per proteggerlo dai forti venti.
Trattasi di due tipi diversi di dissipatori, quindi: riteniamo, infatti, che un unico tipo di dissipatori non sia sufficiente per proteggere il ponte sia dal sisma che dal vento.
Con quanto ho scritto sopra che, almeno a mio parere, si debba fare per assicurare gli indispensabili margini di sicurezza al ponte sullo Stretto di Messina, ritengo che il suo progetto resti fattibile.
Sinora, però, nulla ci è stato comunicato dal MIT in merito alle nostre proposte: devo confessare che ne sono alquanto infastidito, in quanto, dall’ex Ministro Lunardi, ci andai, a Roma, a mie spese e dedicai un tempo non trascurabile a ciò ed a scrivergli poi le mie proposte, come, a Roma, egli mi aveva chiesto.
Pare, poi, che, invece di utilizzare i due tipi di dissipatori da me proposti, si pensi installare un unico tipo di dissipatore, a masse accordate, che ho sentito definire molto innovativo! Ma “pare”: di più, sinora, non mi è dato sapere.
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