Una nuova scoperta rivoluzionaria da parte di scienziati dell’Università di Leeds potrebbe trasformare la comprensione delle stelle più grandi e comuni nell’universo: potrebbe avere anche un enorme impatto su altre aree dell’astronomia, tra cui la nostra comprensione dei buchi neri, delle stelle di neutroni e delle sorgenti di onde gravitazionali. Il professor Edwin Oudmaijer, dell’Università di Leeds, ha dichiarato: “In questo momento c’è una rivoluzione in corso in fisica riguardo le onde gravitazionali. La nostra scoperta potrebbe avere un impatto significativo su questo campo“.
Molti sistemi che si pensavano essere formati da coppie di astri, si sono in realtà rivelati essere costituiti da terzetti, dove una delle tre stelle è così debole da essere estremamente difficile da individuare. Il nuovo studio ha scoperto una “stella tripla“, chiamata 30 Doradus A: si trova a circa 170mila anni luce dalla Terra, nella Grande Nube di Magellano. La stella centrale è una supergigante blu, mentre le altre due stelle sono stelle massicce di tipo O. La scoperta è stata resa possibile dal Very Large Telescope dell’ESO in Cile. Gli astronomi hanno utilizzato il telescopio per osservare la stella tripla in luce infrarossa, che ha permesso loro di vedere attraverso la polvere che circondano la stella.
I ricercatori si sono concentrati sulle stelle appartenenti alla classe Be, alcune delle più grandi e comuni dell’universo, spesso circondate da un disco di polveri e gas simile agli anelli di Saturno. Finora si pensava che il disco si formasse a causa della presenza di una stella compagna, alla quale la prima rubava materia, ma gli autori dello studio hanno scoperto che, in molti casi, non si tratta di una coppia ma di un trio: il terzo astro costringe il secondo ad avvicinarsi alla stella principale, rendendola vittima del furto di materia e così debole da non essere rilevata.
La loro analisi ha rivelato che le 3 stelle sono molto vicine tra loro, con distanze che vanno da 10 a 100 volte la distanza tra il Sole e la Terra. Ciò significa che le stelle interagiscono tra loro in modo significativo, scambiando massa e energia.
Questa scoperta ha importanti implicazioni per la nostra comprensione dell’evoluzione stellare. Le stelle triple sono molto comuni nell’universo, e la loro presenza suggerisce che l’evoluzione stellare è un processo più complesso di quanto si pensasse in precedenza. In particolare, la scoperta di 30 Doradus A suggerisce che le stelle massicce possono evolversi in modo diverso se si trovano in sistemi multipli. Ciò potrebbe avere un impatto sulla nostra comprensione della formazione dei buchi neri e delle stelle di neutroni.
La scoperta è stata pubblicata su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society.