Nei recenti terremoti negli USA l’eco di eventi più forti del passato

Un nuovo studio offre una prospettiva sulla persistenza degli effetti sismici a lungo termine e la loro influenza sulla sismicità attuale
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I terremoti negli Stati Uniti rivelano connessioni tra gli eventi recenti e quelli epocali avvenuti oltre 2 secoli fa, come evidenziato da uno studio condotto dall’Università del Missouri e pubblicato sul Journal of Geophysical Research: Solid Earth. L’attenzione degli scienziati si è concentrata sulla regione sismica di New Madrid, nel Missouri, teatro di un terremoto il 16 dicembre 1811, seguito da oltre 1.000 repliche e culminato il 7 febbraio 1812 con una scossa eccezionalmente intensa, di magnitudo superiore a 7.0, tra i più forti mai registrati negli Stati Uniti continentali.

I ricercatori Yuxuan Chen e Mian Liu hanno affrontato la sfida di distinguere gli effetti persistenti di questi antichi terremoti dalla normale attività sismica di fondo. Utilizzando un approccio statistico basato sulla “distanza” tra eventi sismici, ossia la probabilità di connessione tra di essi, hanno ottenuto risultati che indicano come una percentuale variabile tra l’11% e il 65% degli eventi sismici con magnitudo superiore a 2.5, registrati tra il 1980 e il 2016, possa essere considerata una continuazione degli eventi del 1811-12.

Interessante è il fatto che il 72% degli attuali terremoti nella Carolina del Sud sembra derivare da un processo iniziato con il terremoto del 1886 a Charleston, con una magnitudo stimata tra 6.6 e 7.2. Tuttavia, questo modello non sembra applicarsi alla sismicità contemporanea nel Québec, Canada, dove la maggior parte delle scosse sembra riconducibile a fenomeni sismici di fondo, senza un collegamento evidente con eventi storici.

Lo studio offre una prospettiva sulla persistenza degli effetti sismici a lungo termine e la loro influenza sulla sismicità attuale, mettendo in luce la complessità delle interazioni geologiche che plasmano il paesaggio sismico degli Stati Uniti.

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