Il bilancio delle vittime del forte terremoto che ha colpito una regione montuosa del Nepal continua a peggiorare. Le autorità hanno reso noto che almeno 143 persone sono morte e almeno 110 sono rimaste ferite. La situazione è resa particolarmente difficile dal fatto che l’area colpita è di difficile accesso, complicando sia gli sforzi di soccorso che la raccolta di informazioni.
Il terremoto, con magnitudo 5.6, ha avuto epicentro a 42 km a Sud di Jumla, vicino al confine con il Tibet, ed è stato localizzato a soli 18 km di profondità, secondo i dati USGS. I distretti di Jajarkot e West Rukum, situati a 500 km a Ovest di Kathmandu, sono stati fortemente colpiti.
Le scosse sono state avvertite anche nella regione di New Delhi, in India, a 500 km di distanza. Molte case sono crollate o sono state gravemente danneggiate. L’ospedale di Jajarkot è affollato di feriti, e le strade sono state bloccate dalle macerie e dai danni, rendendo difficile l’accesso. Le autorità stanno cercando di raggiungere la zona colpita attraverso percorsi alternativi, come spiegato dal capo della polizia, Gopal Chandra Bhattarai.
Il Nepal è situato su una significativa faglia geologica, dove la placca tettonica indiana spinge verso l’alto la placca eurasiatica, formando l’Himalaya. Ciò rende il Paese vulnerabile a terremoti, che purtroppo non sono rari e possono essere molto violenti. Nel 2015, un terremoto magnitudo 7.8 colpì il Paese, causando la morte di quasi 9mila persone e la distruzione di oltre mezzo milione di case.