Dagli USA la prima strategia per vendere energia da fusione entro pochi anni

L’inviato USA per il clima John Kerry a Boston insieme all’ad di Eni Claudio Descalzi per scommettere sull’energia da fusione
MeteoWeb

Gli Stati Uniti delineeranno la prima strategia internazionale per la commercializzazione dell’energia da fusione nucleare al prossimo vertice delle Nazioni Unite sul clima a Dubai. Lo ha annunciato oggi John Kerry, l’inviato speciale USA sul cambiamento climatico, durante una visita a Boston della società di fusione Commonwealth Fusion Systems (CFS), spin-off del Massachusetts Institute of Technology (Mit), con Claudio Descalzi, ad di Eni, che sta lavorando su quattro progetti pilota sulla fusione. Il progetto USA prevede di commercializzare l’energia da fusione non in decenni ma entro pochi anni.

L’obiettivo a breve termine di CFS è costruire e testare entro il 2025 il primo impianto pilota, un piccolo reattore 4 metri per 4 per la produzione di energia da fusione a confinamento magnetico. Al momento è in via di costruzione a Devens, a due passi da Boston; si chiamerà Sparc e permetterà di studiare la gestione della potenza e la stabilità del plasma. Sparc farà da banco di prova di Arc, il primo reattore su scala industriale completo dei sistemi per la raccolta di neutroni e per la produzione di energia e in grado di immettere in rete elettricità a zero emissioni: il traguardo è previsto per il 2030.

Eni, che ha investito in CFS a partire dal 2018, ha firmato lo scorso marzo un accordo con lo spin-off del Mit per rafforzare la partnership tra le due società, unendo l’esperienza strategica e di project management di Eni ai progetti per lo sviluppo e la distribuzione dell’energia da fusione su scala industriale. Eni lavora dal 2015 alla fusione a contenimento magnetico e ha quattro partnership in corso, all’interno delle quali ci sono due progetti, uno con CFS e l’altro con Enea.

Alla COP28, Kerry conta di illustrare una visione per una partnership internazionale finalizzata ad un “futuro inclusivo dell’energia da fusione”, che decenni di investimenti federali stanno trasformando “da un esperimento scientifico ad una emergente soluzione climatica“.

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