Un’altra espulsione di massa coronale (CME) si sta dirigendo verso la Terra: è quanto rende noto lo Space Weather Prediction Center della NOAA. I coronografi a bordo del Solar and Heliospheric Observatory (SOHO) hanno osservato la nube di particelle cariche mentre lasciava il Sole il 9 novembre (immagini di seguito). L’arrivo della CME è previsto nel fine settimana, tra 11 e 12 novembre. Al momento i modelli della NOAA e della NASA concordano su un impatto sabato intorno alle 19 ora italiana, con effetti che potrebbero estendersi fino al 12 novembre. L’evento potrebbe scatenare una tempesta geomagnetica classe G2 secondo lo SWPC, quindi non così forte come l’evento classe G3 del 5 novembre, ma comunque abbastanza da produrre aurore boreali, ad esempio, negli Stati settentrionali degli USA, da New York a Washington.
Cos’è un’espulsione di massa coronale
Un’espulsione di massa coronale (CME, acronimo dell’inglese coronal mass ejection) è un’espulsione di materiale dalla corona solare. Il materiale espulso, sotto forma di plasma, è costituito principalmente da elettroni e protoni: quando questa nube raggiunge la Terra può disturbare la sua magnetosfera.
Cos’è una tempesta geomagnetica
Quando sul Sole si verificano fenomeni di attività improvvisa e violenta, come i brillamenti, vengono emesse grandi quantità di particelle ad alta energia che viaggiano velocemente nello Spazio, a volte scagliate in direzione della Terra: questa corrente di particelle viene frenata e deviata dal campo magnetico terrestre, che a sua volta ne viene disturbato e distorto.
Quando avviene questo “impatto” la magnetosfera terrestre (la regione attorno alla Terra pervasa dall’azione del suo campo magnetico) subisce un forte contraccolpo che può causare blackout temporanei nelle reti elettriche o nei sistemi satellitari di comunicazioni. Alle tempeste geomagnetiche è anche associato il ben noto fenomeno delle aurore polari.
Cos’è l’aurora boreale
Le aurore, come l’aurora boreale nell’emisfero settentrionale e l’aurora australe nell’emisfero meridionale, si verificano quando le particelle cariche provenienti dal Sole interagiscono con gli atomi e le molecole dell’atmosfera terrestre. Questa interazione emette luce, producendo spettacolari effetti visibili nei cieli notturni. Le aurore si manifestano con colori come il verde, il viola e il rosso a seconda del tipo di gas atmosferico coinvolto. Durante le tempeste geomagnetiche, l’aumento delle interazioni tra le particelle cariche di origine solare e la magnetosfera terrestre può intensificare e spingere più a Sud la visibilità delle aurore, creando spettacoli celesti straordinari in luoghi solitamente meno comuni.
L’aurora è più comunemente osservabile in regioni vicine ai poli geografici. Tra le località più favorevoli per osservare questo fenomeno spiccano Norvegia, Svezia, Finlandia, Islanda, Canada, Alaska e Groenlandia. Questi Paesi offrono cieli scuri, incontaminate aree naturali e condizioni climatiche ideali per vedere l’aurora boreale, rendendoli meta di viaggi per gli amanti dell’astronomia e della bellezza naturale. In queste regioni, le luci danzanti dell’aurora boreale regalano spettacoli mozzafiato, attirando visitatori da tutto il mondo.