Il 30 dicembre 2002, un evento innescato dall’eruzione del vulcano Stromboli ha generato uno tsunami che ha raggiunto anche le altre isole Eolie e le coste della Calabria e della Sicilia. Le aree costiere abitate di Stromboli sono state investite da una serie di onde di maremoto alte sino a 10 metri: è stato l’effetto di almeno due frane distruttive, l’una sottomarina e l’altra subaerea, che hanno interessato il versante della Sciara del Fuoco, il fianco NW del vulcano di Stromboli, nel quale si riversano i prodotti dell’attività vulcanica.
Possiamo ricostruire quanto accaduto grazie a una breve sintesi elaborata da un report della dott.ssa Sonia Calvari, esperta dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia:
“L’eruzione effusiva dalla base del Cratere di nord/est dello Stromboli ha avuto inizio il 28 dicembre 2002 ed è finita il giorno seguente. Un sorvolo effettuato il 29 dicembre con l’elicottero della Protezione Civile ha permesso di rilevare, con l’ausilio di una telecamera termica, tre colate laviche che si erano espanse nel settore orientale della Sciara del Fuoco ed avevano raggiunto il mare in 30 minuti. In corrispondenza della costa le colate erano larghe complessivamente 300 m, e il 29 dicembre non apparivano più alimentate. Il 30 dicembre si è originato ancora un piccolo flusso lavico, lungo circa 200 m., che al momento del sopralluogo, alle ore 11.30, appariva in espansione lungo una piccola depressione sul settore settentrionale della Sciara del Fuoco. Improvvisamente, alle 13:15 e 13:22 ora locale del 30 Dicembre, due corpi franosi si sono distaccati dalla Sciara del Fuoco. Le frane hanno raggiunto il mare e sono state accompagnate da un’abbondante ricaduta di cenere sul versante sud-orientale dell’isola. La pioggia di cenere non è stata causata dall’attività esplosiva, bensì dalla frammentazione dei blocchi durante il crollo. Le frane, la prima di 600.000 m3, la seconda di 5.000.000 di m3 di roccia, hanno provocato il distacco dal pendio dei depositi lavici del 28 dicembre insieme ad una vasta porzione dei depositi precedenti. Al loro ingresso in mare le frane hanno originato due tsunami i quali, sull’isola di Stromboli, hanno provocato prima il ritrarsi del mare, e poi due onde anomale alte parecchi metri che si sono abbattute sui paesi di Stromboli e Ginostra, danneggiando edifici ed imbarcazioni e causando il ferimento di alcune persone. Le onde anomale si sono propagate fino a Milazzo, sulla costa settentrionale della Sicilia, ad una distanza di 60 km a sud di Stromboli“.
Stromboli, le eruzioni
Stromboli è un vulcano attivo situato nell’Arcipelago siciliano delle Eolie. È uno dei vulcani più attivi del mondo, e le sue eruzioni sono visibili da molto lontano. Le eruzioni sono, appunto, di tipo stromboliano, cioè sono caratterizzate da esplosioni relativamente ridotte e frequenti. Queste esplosioni sono causate dallo scoppio di bolle di gas che si formano nel magma mentre sale verso la superficie.
Le ceneri e i lapilli prodotti dalle eruzioni dello Stromboli possono raggiungere altezze di diverse centinaia di metri, e possono essere trasportati dal vento a distanze di diversi chilometri.
Le eruzioni sono un evento naturale regolare, e l’isola è abitata da secoli. Tuttavia, in alcuni casi possono essere più intense e pericolose.
Nel corso della storia, Stromboli ha dato vita a diverse eruzioni parossistiche, che sono caratterizzate da esplosioni più grandi e frequenti. Le eruzioni parossistiche possono causare danni alla vegetazione e alle infrastrutture, e possono anche rappresentare un pericolo per le persone che vivono sull’isola. Le eruzioni parossistiche più recenti sono avvenute nel 1919, nel 1930, nel 2003, nel 2007 e nel 2019.