ANBI: “torna la normalità idrica, ma non sarà per sempre”

La “fotografia” dell’Italia, settimanalmente scattata dall’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche
MeteoWeb

Normalità idrica: dopo circa tre anni è questa l’immagine, che torna ad accompagnare la “fotografia” dell’Italia, settimanalmente scattata dall’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche: anche lì, dove si era registrato un surplus di pioggia nei giorni scorsi (sull’alta Toscana, ad esempio), i livelli dei principali corsi d’acqua stanno rapidamente scendendo. Le riserve idriche nel Nord Italia si posizionano sopra la media storica e, salvo isolate eccezioni, anche i livelli di falda hanno recuperato l’enorme deficit cumulato nel siccitosissimo 2022 e nei primi 4 mesi di quest’anno.

Sappiamo però – commenta Massimo Gargano, Direttore Generale dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) – che non è certo una condizione consolidata come testimoniano le inusuali temperature che, in un clima complessivamente mite, dividono l’Italia in due, dove ad un Nord infreddolito, ma non troppo, si contrappone un Centro/Sud pressoché primaverile. E’ il paradosso di una situazione normale in un quadro, però, eccezionale”. I dati del C.N.R. (Consiglio Nazionale Ricerche) di Novembre certificano infatti un’anomalia positiva di temperatura a livello nazionale di quasi un grado (0,96°); ad Ottobre era stata di 3,15° ed a Settembre di 2,17°.

Climaticamente continuiamo a navigare a vista in una condizione finora sconosciuta nell’area mediterranea – aggiunge Francesco Vincenzi, Presidente di ANBI – I tempi inevitabilmente lunghi della transizione ecologica, sanciti anche dalle conclusioni della Cop 28, obbligano ad urgenti interventi di adattamento alle nuove modalità meteo, già registrate lungo la Penisola. In questo, però, il Paese non sta dimostrando la necessaria determinazione nel dotarsi di adeguate infrastrutture idrauliche, di fatto limitando le possibilità di crescita”.

Il report dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche indica che “i livelli dei grandi laghi del Nord restano alti ed abbondantemente sopra media; le percentuali di riempimento, ad eccezione del Lario, sono superiori al 90%.

  • In Valle d’Aosta, abbondanti nevicate hanno investito il settore Nord Occidentale della regione, innalzando considerevolmente il livello del manto nevoso in quota (Valtournenche-Grandes Murailles cm.233 e Morgex-Lavancher cm.255: rispettivamente + cm.85 e +cm.57 in una settimana); cresce la portata della Dora Baltea ora in linea con la media storica (Fonte: Centro Funzionale Regionale Valle d’Aosta).
  • In Piemonte, le portate dei fiumi Varaita e Stura di Demonte continuano a decrescere, così come quella del Tanaro (-58% sulla media); nel Nord della regione, invece, cresce la Toce, mentre la Stura di Lanzo resta invariata.
  • In Lombardia, il fiume Adda è in calo, ma mantiene una portata d’acqua pari a 190 metri cubi al secondo.
  • In Veneto, i livelli dei fiumi Bacchiglione e l’Adige rimangono stabili, mentre calano Piave, Brenta e Livenza; sulla regione, Novembre è risultato meno piovoso del 20% rispetto al consueto, ma la portata di tutti i principali fiumi, a fine mese, era sopra la media: dal +20% del Bacchiglione al +124% dell’Adige. Escludendo l’alta pianura veronese, ancora in deficit, i livelli della falda sotterranea sono tornati nella media del periodo (Fonte: ARPAV).
  • In Emilia Romagna, le portate dei fiumi sono largamente sotto media (Reno: mc/s 1,07 contro mc/s 38,40!) e, a conferma di un regime sempre più torrentizio, anche la portata del fiume Po è in calo: a Piacenza è a -29% sulla media storica mentre a Pontelagoscuro a -17% (- 60% al rilevamento di Isola Sant’Antonio, in Piemonte).
  • In Liguria sono decrescenti le altezze idrometriche dei fiumi, tra cui Entella e Magra che mantengono un livello inferiore alla media mensile.
  • In Toscana, il bilancio pluviometrico degli scorsi 12 mesi è positivo (+11%); le portate dei fiumi stanno ora subendo un netto ridimensionamento, rientrando in linea con quelle tipiche del periodo.
  • Anche nelle Marche, dove i volumi invasati dalle dighe sono in lieve rialzo, i livelli dei fiumi subiscono una flessione: maggiore per quanto riguarda Esino (ora sotto media rispetto al recente quadriennio) e Potenza, minore per Tronto e Sentino (fonte: Protezione Civile Marche). Le precipitazioni di Novembre sulla regione sono state leggermente superiori alla media dopo il grave deficit registrato nei due mesi precedenti; da Gennaio a Novembre il bilancio pluviometrico risulta positivo: oltre 130 millimetri sulla media, grazie principalmente alle abbondanti piogge registrate a Gennaio, Maggio e Giugno.
  • In Umbria, dove l’annata pluviometrica 2023 è risultata nella norma nonostante un ottobre particolarmente siccitoso (-60%), preoccupa la perdurante condizione di crisi del lago Trasimeno: a Novembre, l’altezza media (-cm. 131 ) è stata la sesta più bassa da 55 anni. Il bacino della diga di Maroggia è al 38% di riempimento, mentre i livelli dei fiumi Tevere e Chiascio sono in calo e cresce quello della Nera.
  • Nel Lazio si aggrava la condizione dei laghi: a 6 anni dall’ “annus horribilis” 2017 (- cm. 195,43), il lago di Bracciano non riesce a tornare in media (oggi -cm. 123). Non sembrano riprendersi neppure i laghi di Albano e Nemi sui Castelli Romani: il primo continua a decrescere velocemente, mentre il secondo, nonostante le piogge, segna ora un’altezza idrometrica di -cm.7, cioè 19 centimetri in meno rispetto all’anno scorso. Sono altresì in aumento le portate dei fiumi Tevere, Aniene, Fiora e Sacco, mentre si riduce quella del Liri.
  • In Abruzzo calano i livelli dei fiumi Orta nel pescarese (- cm.16 sul 2022) ed il Sangro (-cm. 30 sull’anno scorso).
  • In Molise, buone notizie interessano l’invaso del Liscione, che per tutto l’anno ha registrato livelli superiori al recente passato (a Novembre, + m. 1,52 rispetto al 2022 e +m. 1,08 rispetto al 2021).
  • In Campania il livello del fiume Sele è stabile, mentre quello del Volturno si abbassa; cala anche il Garigliano, la cui altezza attuale è nettamente inferiore ai valori registrati nel precedente quadriennio.
  • Nelle rilevazioni dello scorso anno, dopo una stagione caratterizzata da violente perturbazioni, i volumi contenuti a metà Dicembre sia negli invasi di Basilicata che di Puglia (ed anche in quelli campani) erano cresciuti enormemente in brevissimo tempo, tanto che l’odierno confronto risulta nettamente negativo: rispettivamente -48 milioni di metri cubi e -14 milioni di metri cubi.
  • Infine, per quanto riguarda le dighe della Sardegna, i volumi trattenuti a fine Novembre corrispondevano a 920,78 milioni di metri cubi, equivalenti a circa il 79% della media dei precedenti 13 anni“.
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