Etna, attesa “discontinua e frequente attività esplosiva sommitale”: il bollettino settimanale dell’INGV

Nel bollettino settimanale, sull'Etna, gli esperti dell'INGV non possono "escludere un’evoluzione dei fenomeni in corso verso un’attività più energetica"
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Le osservazioni vulcanologiche riportate nel bollettino settimanale dell’Osservatorio Etneo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV-OE) a Catania, indicano che nella settimana dal 18 al 24 dicembre sull’Etna è avvenuta una attività di degassamento al Cratere Bocca Nuova (BN) e al Cratere di Sud-Est (CSE) e occasionale attività esplosiva impulsiva”. In particolare, “nel periodo in esame l’attività dell’Etna è stata caratterizzata da un’attività di degassamento variabile al Cratere Bocca Nuova (BN) e al Cratere di Sud Est (CSE), mentre il cratere Voragine (VOR) e il Cratere di Nord-Est (CNE) permangono occlusi presentando un limitato degassamento prodotto da piccole fumarole. Tale attività di degassamento è stata interrotta da tre episodi esplosivi impulsivi avvenuti il 21 dicembre alla Bocca Nuova e il 23 dicembre al Cratere di SE”, riportano gli esperti dell’INGV-OE.

In particolare, a partire dalle ore 15:13:50 fino alle ore 15:20 del 21 dicembre, “si è verificata un’emissione di cenere dal cratere Bocca Nuova che ha generato una modesta nube diluita, di colore grigio-chiaro, in direzione sud-est, che stata rapidamente dispersa dai venti in quota. Tale attività, che è stata accompagnata da una successione di eventi sismici di origine vulcanica localizzati tra 2000 e 3000 metri sopra il livello del mare con epicentro nell’area del cratere Bocca Nuova, ha causato il crollo del bordo del cratere a pozzo centrale (BN-1) che si è notevolmente allargato”, si legge nel bollettino.

Infine, il 23 dicembre si sono verificati due episodi esplosivi impulsivi di forte entità al Cratere di SE, ed in particolare: alle ore 01.17.38 UTC un esplosione ha causato il lancio di prodotti piroclastici grossolani lungo i versanti del cratere che hanno superato la base meridionale del cono, producendo, inoltre, una modesta emissione di cenere rapidamente dispersa dai venti in quota; alle ore 11.23.50 UTC un’esplosione, di minore intensità rispetto alla precedente, ha causato una modesta emissione di cenere rapidamente dispersa dai venti in quota”, riportano gli esperti.

Deformazione del suolo e osservazioni satellitari

L’attività termica osservata da satellite è stata generalmente di livello basso, con rare e isolate anomalie di livello moderato. L’ampiezza media del tremore vulcanico non ha mostrato variazioni significative, mantenendosi all’interno della fascia dei valori medi. I segnali della rete di stazioni Gnss permanenti non hanno mostrato variazioni significative.

Geochimica

Il flusso di SO2 medio-giornaliero misurato nel plume vulcanico dell’Etna dall’inizio del mese di dicembre ha indicato valori su un livello medio, riporta il bollettino. I flussi di CO2 (anidride carbonica) dal suolo rimangono pressoché stabili, attestandosi su valori medi. La pressione parziale della CO2 disciolta nell’acqua della galleria drenante a Ponteferro di Santa Venerina non mostra variazioni significative al di fuori del tipico andamento stagionale.

Scenari attesi

Per quanto riguarda gli scenari attesi, il bollettino dell’INGV-OE segnala “discontinua e/o frequente attività esplosiva ai crateri sommitali eventualmente accompagnata da formazione di nubi di cenere e ricaduta di prodotti piroclastici grossolani e flussi piroclastici in area sommitale, ed attività effusiva sommitale con sviluppo di colate laviche. Non è possibile escludere un’evoluzione dei fenomeni in corso verso un’attività più energetica”.

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