“Netto calo dell’influenza degli aerosol antropogenici sul clima”: studio rileva “forti evidenze di un’inversione di tendenza”

Gli aerosol antropogenici “esercitano un’influenza di raffreddamento che compensa parte del riscaldamento dei gas serra" ma ora questa influenza è in calo, secondo un nuovo studio
MeteoWeb

Il nostro successo nel ridurre lo scarico del particolato dai veicoli e dalle fonti di energia ha ridotto gli aerosol atmosferici che rallentano il riscaldamento globale. Gli aerosol antropogenici, infatti, “esercitano un’influenza di raffreddamento che compensa parte del riscaldamento dei gas serra. A causa della loro breve vita troposferica di pochi giorni, il forcing da aerosol risponde rapidamente alle emissioni”, si legge in uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Atmospheric Chemistry and Physics, in cui gli autori discutono l’evoluzione del forcing da aerosol a partire dal 2000.

Secondo gli autori dello studio, “esistono molteplici linee di evidenza che ci consentono di concludere in modo affidabile che il forcing radiativo effettivo (ERF) da aerosol antropogenico – sia le interazioni aerosol-radiazione (ERFari) che le interazioni aerosol-nube (ERFaci) – è diventato meno negativo a livello globale, ovvero la tendenza del forcing radiativo effettivo da aerosol ha cambiato segno da negativo a positivo”. “Le emissioni di aerosol primari di origine antropica e di precursori di aerosol sono diminuite nella maggior parte delle regioni del mondo; le osservazioni relative al carico di aerosol mostrano tendenze in calo, in particolare delle particelle fini che costituiscono la maggior parte degli aerosol di origine antropica; i rilevamenti satellitari del numero di goccioline nelle nuvole mostrano tendenze nelle regioni con diminuzioni di aerosol che sono coerenti per quanto riguarda il segno, così come le osservazioni della radiazione nella parte superiore dell’atmosfera”, si legge nello studio.

I risultati dei modelli climatici, incluso un set rivisto e vincolato dalle osservazioni dell’evoluzione del contenuto di calore dell’oceano, mostrano un segno e un’entità coerenti per un forcing positivo rispetto all’anno 2000 a causa della riduzione degli effetti degli aerosol. Questa riduzione porta ad un’accelerazione del forcing del cambiamento climatico, ovvero un aumento del forcing da 0,1 a 0,3 W m-2, fino al 12% del forcing climatico totale nel 2019 rispetto al 1750 secondo il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC)”, continua lo studio.

Le emissioni

Le tendenze degli aerosol, delle nuvole e delle radiazioni nelle osservazioni sono soggette non solo ai cambiamenti nelle emissioni di aerosol di origine antropica, ma anche ad altri fattori influenti. Questi includono cambiamenti nelle emissioni di aerosol naturali, che rimangono scarsamente vincolate e contribuiscono ad una frazione sostanziale della profondità ottica degli aerosol (AOD) totale osservata, la variabilità interannuale e le risposte al riscaldamento globale indotto dai gas serra; anche le interazioni aerosol-nube possono essere alterate in un clima che cambia”, affermano gli autori dello studio.

Le emissioni naturali di aerosol, in particolare di polvere, sono molto variabili e incidono sulla distribuzione dell’AOD in regioni specifiche. Le emissioni naturali di aerosol possono rispondere all’aumento delle temperature. Inoltre, le emissioni di aerosol vulcanici, sia da eruzioni che da degassamento, rappresentano un contributo importante, in particolare all’aerosol di solfato atmosferico. Tuttavia, nei rilevamenti satellitari per il periodo 2005-2016, non sono state osservate tendenze forti tra i vulcani”, continua lo studio.

Gli incendi possono emettere grandi quantità di aerosol. Questo è stato il caso in particolare degli incendi boschivi australiani nel 2020. Non è molto chiaro se negli ultimi decenni ci siano state tendenze sostanziali nelle emissioni di aerosol da incendi, anche se le aree bruciate sono diminuite in molte regioni. In particolare, alle alte latitudini dell’emisfero settentrionale, durante il periodo di interesse si è verificato un aumento delle emissioni derivanti dalla combustione di biomassa e probabilmente ciò spiega gli aumenti nell’abbondanza di aerosol osservati in queste regioni”, spiegano i ricercatori.

Verso la fine della serie temporale qui analizzata, si sono verificati effetti specifici dovuti alla pandemia di COVID-19 nel 2020. Per questo motivo, e a causa dell’attività degli incendi particolarmente ampia, è stato scelto il 2019 come anno finale dei dati qui analizzati”, specificano gli autori dello studio.

Netto calo dell’influenza degli aerosol antropogenici sul clima

Ci sono segnali chiari, robusti e coerenti per un netto calo dell’influenza degli aerosol antropogenici sul clima durante il periodo dal 2000, vale a dire il periodo per il quale sono disponibili rilevamenti satellitari di alta qualità di tutte le quantità rilevanti. Le regioni in cui le emissioni di aerosol sono diminuite (in particolare Nord America, Europa e Asia orientale) prevalgono sulle regioni con tendenze in aumento”, spiegano gli autori dello studio. “Il segnale complessivo rilevante per il clima è un calo dell’ERFaer (forcing radiativo effettivo dovuto agli aerosol, ndr) negativo di circa 0,1-0,3  W m-2, ovvero tra il 15% e il 50% dell’aumento di 0,6 W m-2 del ERF della CO2 nel stesso periodo di tempo”, concludono gli autori dello studio.

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