“La vicenda devastante dei quattro terremoti che si sono susseguiti in 5-6 mesi rappresentano per l’Italia un impegno da un lato verso la ricostruzione ma anche per innovare, riagganciando le esigenze di riconfigurare un territorio che deve essere messo in grado di essere resiliente alle nuove sfide del futuro, perché i terremoti tornano, inutile essere scaramantici. Occorre ricostruire innovando”. Lo ha detto Guido Castelli, Commissario straordinario del Governo per la riparazione, la ricostruzione, l’assistenza alla popolazione e la ripresa economica dei territori delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria nel corso del convegno “Appennino centrale: ricostruire e riparare adattando ai cambiamenti climatici” che si è svolto al padiglione Italia alla COP28, la 28esima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, in corso a Dubai.
“Ma rispetto a questa sfida c’è da tenere in considerazione anche la crisi climatica“ e non solo. “Avremmo fatto un grande torto alle nostre comunità” se non si fosse considerata “la crisi demografica, connessa a quella climatica. Il nostro territorio è fragile, contiamo qualcosa come 600mila frane attive nella nostra nazione. Due terzi delle frane europee si concentrano in Italia. Ecco perché invitiamo a superare la crisi demografica, perché solo presidiando gli Appennini possiamo limitare, come misura di adattamento, gli effetti catostrofali causa anche dall’assenza di un presidio”.
“Innovare per conservare ma anche agire in maniera operosa per contrastare una crisi demografica che era già presente nei territori interni anche prima del 24 agosto 2016. Quindi noi ricostruiamo ma cerchiamo anche di riparare economicamente e socialmente i nostri territori, così che si possa creare un argine a un’ulteriore gelata demografica”, ha detto Castelli.