Nella narrazione dominante, le emissioni di anidride carbonica da parte dell’uomo sono considerate la causa dell’aumento della temperatura globale. Ora un nuovo studio rivisita l’effetto serra dal punto di vista idrologico. “La quantificazione dell’effetto serra è una procedura di routine nell’ambito dei calcoli idrologici dell’evaporazione. Secondo la pratica standard, questa viene effettuata considerando il vapore acqueo presente nell’atmosfera, senza alcun riferimento alla concentrazione di anidride carbonica (CO2), che però nell’ultimo secolo è aumentata da 300 a circa 420ppm”, si legge nello studio pubblicato sulla rivista Hydrological Sciences Journal. “Poiché le formule utilizzate per la quantificazione dell’effetto serra sono state introdotte 50-90 anni fa”, gli autori dello studio, Demetris Koutsoyiannis (Università tecnica nazionale di Atene) e Christos Vournas, ricercatore indipendente, hanno esaminato se queste siano ancora rappresentative o meno, sulla base di otto et di osservazioni, distribuiti nell’arco di un secolo.
Gli autori concludono che “l’aumento osservato della concentrazione atmosferica di CO2 non ha alterato, in modo evidente, l’effetto serra, che rimane dominato dalla quantità di vapore acqueo nell’atmosfera, e che le formule originali utilizzate nella pratica idrologica rimangono valide. Pertanto, non è necessario adattare le formule originali a causa dell’aumento della concentrazione di CO2”.
Il ruolo dell’acqua e l’eruzione vulcanica di Tonga
“Uno sviluppo recente ha attribuito all’acqua un ruolo aggiuntivo, che deve essere esplorato. Nello specifico, secondo le ipotesi standard, la concentrazione di H2O sopra la troposfera è molto piccola, dell’ordine di 1ppm, e quindi il suo contributo all’effetto serra è trascurabile negli strati superiori dell’atmosfera. Tuttavia, in seguito all’eruzione vulcanica sottomarina Hunga Tonga-Hunga Ha’apai (15 gennaio 2022), è stata osservata un’enorme immissione di H2O che è penetrata anche nella mesosfera. Di conseguenza, le concentrazioni di H2O negli strati superiori dell’atmosfera sono aumentate anche di due ordini di grandezza, fino all’ordine di 100ppm, mentre nella stratosfera la massa d’acqua è aumentata del 13% rispetto ai livelli climatologici. Millán et al. (2022) hanno affermato che l’eccesso di H2O stratosferico persisterà per anni e potrebbe portare al riscaldamento superficiale a causa del forcing radiativo derivante dall’eccesso di H2O stratosferico”, si legge nello studio.
“Spostare l’attenzione dall’influenza della CO2 sul clima a quella dell’acqua”
“Ciò non significa – specificano Koutsoyiannis e Vournas – che ulteriori ricerche non siano necessarie, o che abbiamo raggiunto una “scienza definita” (un termine popolare, che può essere interpretato come un eufemismo per “incerta”). Piuttosto, i risultati di questo studio suggeriscono che questa ulteriore ricerca dovrebbe spostare l’attenzione dall’influenza dell’anidride carbonica sul clima a quella dell’acqua. Il recente incidente dell’eruzione vulcanica sottomarina, che ha causato un enorme aumento della concentrazione di acqua nell’alta atmosfera, evidenzia anche la necessità di studiare il multiforme ruolo dell’acqua nell’effetto serra”, concludono i due ricercatori.