Una “CME cannibale” ha colpito il campo magnetico della Terra il 1° dicembre, scatenando una forte tempesta geomagnetica classe G3 con aurore in entrambi gli emisferi. “Abbiamo assistito ad uno spettacolo incredibile sulla costa di Canterbury affacciata sull’Oceano Pacifico,” ha raccontato a SpaceWeather.com Mike White dalla Nuova Zelanda. “Il suono delle onde che si infrangono sulla spiaggia e sui ciottoli ha creato la colonna sonora perfetta per queste aurore australi“. “La CME cannibale è arrivata proprio mentre i cieli della Nuova Zelanda si stavano oscurando. La nube risultante di particelle cariche si è riversata lungo le linee del campo magnetico terrestre e ha prodotto uno spettacolo di luci che è durato per ore. Era facilmente visibile a occhio nudo“.
Il 27 e 28 novembre, il Sole ha lanciato almeno 3 nubi di plasma verso la Terra. La più grande ha spazzato via alcune delle nubi di particelle davanti a sé, formando una “CME cannibale“.
La tempesta si è placata, con attività minori di classe G1 ieri, mentre la Terra usciva dalla scia della CME. Oggi sarà una giornata di “quiete geomagnetica”, mentre lo Space Weather Prediction Center della NOAA prevede per domani una tempesta classe G2: un enorme buco coronale si è aperto nell’atmosfera del Sole, ed è direttamente rivolto verso la Terra. Il vento solare che fluisce nello Spazio raggiungerà il nostro pianeta tra 4 e 5 dicembre.
Cos’è una CME cannibale
Le CME cannibali sono espulsioni di massa coronale veloci che spazzano via le CME più lente di fronte a loro. Il miscuglio di CME risultante contiene forti campi magnetici e plasmi compressi che possono scatenare tempeste geomagnetiche. Alcune delle più grandi tempeste geomagnetiche della storia documentata sono state probabilmente causate da CME cannibali.
Cos’è un buco coronale
Un buco coronale è un’area nell’atmosfera del Sole dove il campo magnetico arretra e consente ai gas di sfuggire: si tratta di un vero e proprio “squarcio” che appare sulla superficie della nostra stella in media una o due volte al mese. Sono regioni che appaiono più scure perché emettono meno radiazioni X e ultraviolette e si tratta in genere di fenomeni estesi e di lunga durata: sono in grado di produrre raffiche veloci di vento solare che, se raggiungono la Terra, possono innescare aurore polari, tempeste geomagnetiche e interferenze nelle comunicazioni radio.
Cos’è il vento solare
I venti solari sono flussi di particelle cariche che fuoriescono dal Sole, dirigendosi nello Spazio. La NASA stima che questi eventi, in media, possono raggiungere velocità di circa 1,6 milioni di km/h. Provenendo dalla corona del Sole, l’atmosfera interna, i venti possono mescolarsi con il campo magnetico della Terra e innescare una serie di fenomeni, tra cui tempeste geomagnetiche, cioè disturbi della magnetosfera terrestre.
Cos’è un’espulsione di massa coronale
Un’espulsione di massa coronale (CME, acronimo dell’inglese coronal mass ejection) è un’espulsione di materiale dalla corona solare. Il materiale espulso, sotto forma di plasma, è costituito principalmente da elettroni e protoni: quando questa nube raggiunge la Terra può disturbare la sua magnetosfera.
Cos’è una tempesta geomagnetica
Quando sul Sole si verificano fenomeni di attività improvvisa e violenta, come i brillamenti, vengono emesse grandi quantità di particelle ad alta energia che viaggiano velocemente nello Spazio, a volte scagliate in direzione della Terra: questa corrente di particelle viene frenata e deviata dal campo magnetico terrestre, che a sua volta ne viene disturbato e distorto.
Quando avviene questo “impatto” la magnetosfera terrestre (la regione attorno alla Terra pervasa dall’azione del suo campo magnetico) subisce un forte contraccolpo che può causare blackout temporanei nelle reti elettriche o nei sistemi satellitari di comunicazioni. Alle tempeste geomagnetiche è anche associato il ben noto fenomeno delle aurore polari.