Alla Cop28 focus sull’Appennino Centrale: dal terremoto alla sostenibilità

"La tutela dell'ambiente è strettamente legata al benessere sociale, e la gestione sostenibile è un cardine per costruire comunità resilienti"
MeteoWeb

L’incontro “Appennino centrale: ricostruire e riparare adattando ai cambiamenti climatici“, tenutosi al padiglione italiano della COP28, è stato un fondamentale momento di confronto sulle strategie per la ricostruzione e l’adattamento dell’Appennino Centrale. I partecipanti hanno condiviso prospettive e impegni con l’obiettivo di tutelare l’ambiente, migliorare le condizioni economiche e sociali, contrastare la povertà energetica e promuovere la transizione ecologica.

Nel contesto dei comuni dell’Appennino colpiti dal sisma del 2009 e 2016, questo incontro ha segnato l’avvio di un piano per finanziare nuovi impianti di produzione di energia rinnovabile, favorendo la condivisione tra enti pubblici, imprese e cittadini. I modelli e i progetti pilota presentati rappresentano un punto di partenza per la collaborazione tra il Governo, i territori, i comuni e gli esperti della transizione energetica.

Arricchito dalle voci di numerosi intervenuti, l’evento, ha aperto la strada a soluzioni concrete e ad impegni pratici, contribuendo così a plasmare il futuro sostenibile dell’Appennino Centrale.

Il dibattito

Durante l’evento, è emerso un consenso unanime sulla necessità di affrontare la crisi climatica e demografica, con un’enfasi particolare sulla resilienza del territorio. Gli interventi dei partecipanti hanno evidenziato l’importanza dell’innovazione e della riconfigurazione del territorio per garantire la sua adattabilità alle sfide future.

La discussione ha chiaramente indicato che le comunità locali possono svolgere un ruolo cruciale nel superare le crisi ambientali, seguendo un approccio pragmatico. Questo ulteriore contributo sottolinea l’urgenza di presidiare gli Appennini e limitare gli impatti negativi derivanti dalla mancanza di presidi. La valorizzazione delle risorse locali e l’adozione di strategie resilienti sono diventate temi centrali nel dibattito, consolidando l’impegno verso un futuro sostenibile e la ripresa delle comunità colpite.

Sono stati numerosi gli intervenuti e i partecipanti a questo importante evento che hanno sottolineato i propri impegni prima di affrontare il focus principale della discussione.

Guido Castelli, Commissario straordinario del Governo per la riparazione, la ricostruzione, l’assistenza alla popolazione e la ripresa economica delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, ha enfatizzato l’impegno italiano nell’innovazione, sottolineando la necessità di riconfigurare il territorio per renderlo resiliente alle sfide future. Ha dichiarato che “occorre ricostruire innovando” e ha attirato l’attenzione sulla crisi climatica e demografica, evidenziando la fragilità del territorio con circa 600 mila frane attive. Ha invitato a superare la crisi demografica, sottolineando l’importanza di presidiare gli Appennini per limitare gli effetti catastrofici derivanti dall’assenza di un presidio.

Francesco Corvaro, inviato speciale per i cambiamenti climatici del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, ha moderato il panel e ha affermato che l’attuale processo di ricostruzione può diventare un laboratorio da esportare nel mondo, non solo dal punto di vista economico ma anche sociale. Ha sottolineato l’importanza del risanamento dei territori colpiti per evitare che le persone si sentano abbandonate di fronte ai danni fisici e psicologici, definendolo “un aspetto fondamentale per la resilienza delle comunità locali“.

Massimo Sargolini, esperto presso la struttura del Commissario straordinario per la ricostruzione post sisma 2016, ha richiamato l’importanza di apprendere dalla storia e ha evidenziato che questo approccio sarà cruciale per affrontare i cambiamenti economici, sociali e ambientali. Ha affermato che conservare senza innovare è impossibile, sottolineando che “la storia ci insegna che l’adattamento è fondamentale per affrontare le sfide in evoluzione“.

Giancarlo Marchetti, già Direttore generale dell’Agenzia Regionale Protezione Ambiente Marche, ha contribuito alla discussione con prospettive chiare sulla necessità di una gestione sostenibile dell’ambiente per garantire una coesione sociale duratura. Ha affermato che “la tutela dell’ambiente è strettamente legata al benessere sociale, e la gestione sostenibile è un cardine per costruire comunità resilienti“.

Roberto Lucarelli, Sindaco di Camerino, ha presentato il programma Next Appennino e ha sottolineato che la ricostruzione rappresenta una sfida per il futuro, non solo in termini di edifici danneggiati, ma anche per la rigenerazione dell’economia e la transizione energetica verso le fonti rinnovabili. Ha evidenziato che “l’adozione di pratiche sostenibili è fondamentale per garantire uno sviluppo armonioso e sostenibile“.

Il dibattito approfondito sull’Appennino Centrale è stato un passo cruciale verso la definizione di strategie concrete per la ricostruzione e l’adattamento ai cambiamenti climatici.

La Case History delle Comunità Energetiche alla Cop28

La storia dell’Appennino Centrale sta emergendo come un capitolo esemplare nelle politiche ambientali e nell’energia sostenibile, con il fulcro rappresentato dalle “Case History” delle Comunità Energetiche (Cer). Guido Castelli, Commissario Straordinario alla Ricostruzione e alla Riparazione del sisma 2016, ha introdotto politiche e progetti rivoluzionari nell’area, evidenziati dalla recente approvazione durante la Cop28 a Dubai.

L’approvazione del decreto governativo sull’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili da parte della Commissione europea ha aperto la strada alla Cabina di coordinamento integrata per delineare le Linee guida operative per la realizzazione delle Cer negli enti locali. Queste linee guida sono il cuore pulsante di un ambizioso progetto che coinvolgerà 22 comunità energetiche nel cratere 2009-2016, sostenute dai fondi del Piano nazionale complementare sisma 2009-2016.

Questa “Case History” non solo rappresenta uno sforzo tangibile verso la sostenibilità ambientale, ma ha anche ricevuto riconoscimenti internazionali durante la Cop28 a Dubai. La Struttura commissariale sarà presentata come esempio di eccellenza, evidenziando il progresso e la determinazione nell’affrontare le sfide climatiche.

Il coinvolgimento di 64 comuni nelle regioni di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria testimonia l’ampiezza e la portata di questa “Case History”. Il Ministro Pichetto Fratin è stato elogiato per il suo impegno, mentre il Commissario Castelli ha sottolineato l’importanza delle Linee guida operative nel tradurre la teoria in azione.

Durante la recente Cabina di coordinamento integrata, sono state approvate ulteriori tre comunità energetiche rinnovabili, ampliando la portata di questa “Case History” a 64 comuni coinvolti. La creazione di Cer nei Comuni di Barisciano e Civitella Casanova, oltre alla Cer di Civitella del Tronto in Abruzzo, è stata confermata per il cratere 2009. Nel cratere 2016, è stata approvata la Cer di Comunanza, coinvolgendo 12 comuni.

Il Commissario Castelli ha enfatizzato che la sostenibilità ambientale è una sfida collettiva, sottolineando il ruolo strategico dei comuni. Questo successo sarà ulteriormente esplorato in un convegno dedicato al partenariato pubblico-privato nell’Appennino Centrale, fissato per il 29 novembre al Senato. La presentazione della Struttura commissariale come “Case History” alla Cop28 sottolinea il ruolo guida dell’Appennino Centrale, che dopo essere stato dilaniato da numerosi terremoti, può aiutare a  promuovere soluzioni innovative e sostenibili per le sfide ambientali.

Condividi