La corsa mortale dell’influenza aviaria: minaccia in Sud America

"L'impatto dell'influenza avaria H5 sulla fauna selvatica dell'Antartide potrebbe essere immenso"
MeteoWeb

L’influenza aviaria A/H5N1 sta diventando una concreta minaccia per gli uccelli e diverse specie di mammiferi nel Sud America. Inoltre, dopo le prime incursioni dello scorso ottobre, il virus dell’aviaria potrebbe continuare a diffondersi in Antartide e, da lì, non è escluso che possa raggiungere l’Oceania. È l’allarme lanciato dal network dedicato all’influenza della World Organisation for Animal Health e della Fao (Offlu), secondo cui, dalla sua comparsa in Sud America nell’ottobre del 2022, l’aviaria ha ucciso quasi 600 mila uccelli selvatici e circa 60 mila mammiferi.

La prima identificazione del virus H5N1 in Sud America risale all’ottobre del 2022. Da allora, secondo il rapporto realizzato da Offlu, sono morti almeno 597.832 uccelli appartenenti a 82 specie; a questi si sommano 50.785 mammiferi di 10 specie diverse con la maggior parte dei decessi concentrati in Perù e Cile. Le specie più interessate sono mammiferi marini, come i leoni marini e gli elefanti marini; tra gli uccelli, le vittime sono state soprattutto cormorani, sule, pellicani.

Questi numeri rappresentano senza dubbio solo una frazione della mortalità totale“, si legge nel report. Lo scorso ottobre il virus dell’influenza aviaria ha lambito l’Antartide toccando la Georgia del Sud e le Isole Falkland: al momento la mortalità è trascurabile, tuttavia, il timore è che si diffonda ulteriormente. “L’impatto dell’influenza avaria H5 sulla fauna selvatica dell’Antartide potrebbe essere immenso, a causa della presenza in dense colonie di migliaia di pinnipedi e centinaia di migliaia di uccelli. Ciò facilita la trasmissione e può provocare un’elevata mortalità“, continua il documento.

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