Maestosa eruzione in Islanda, dal traffico aereo alle zone a rischio: cosa è successo e cosa potrebbe accadere | FOTO

Gli scienziati si aspettavano l'eruzione da diverse settimane: ecco cosa è accaduto e cosa potrebbe succedere nei prossimi giorni
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    Foto Anton Brink /Ansa
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MeteoWeb

Gli scienziati avevano previsto da settimane l’eruzione del vulcano nel Sud/Ovest dell’Islanda, quindi, quando è avvenuta lunedì notte, non è stata una sorpresa. La regione è attiva da più di 2 anni e nelle ultime settimane migliaia di piccoli terremoti hanno scosso la zona. Ecco un riepilogo di cosa è successo e cosa potrebbe accadere: tutto è iniziato lunedì intorno alle 22:20 ora locale a Nord di Grindavik, una cittadina di pescatori di 3.400 persone sulla penisola di Reykjanes. La città si trova a circa 50 km a Sud/Ovest della capitale islandese, Reykjavik, in un’area conosciuta in generale come vulcano Fagradalsfjall. In precedenza è stata registrata una serie di piccoli terremoti, poi la lava a circa 1.200°C ha iniziato a fuoriuscire da una fessura lunga circa 4 km. L’Icelandic Meteorological Office ha stimato che nelle prime 2 ore dall’eruzione sono fuoriusciti centinaia di metri cubi di lava al secondo, sebbene l’attività si sia notevolmente attenuata martedì pomeriggio.

L’eruzione era prevista

Gli scienziati si aspettavano l’eruzione da diverse settimane e a novembre le autorità hanno evacuato Grindavik dopo che migliaia di piccoli terremoti avevano scosso la zona per più di 2 settimane. Gli studiosi hanno riferito che i loro monitor hanno mostrato che un corridoio di magma, o roccia semi-fusa, si stava diffondendo verso la città e poteva raggiungere la superficie a breve. Il vicino resort geotermico Blue Lagoon è stato chiuso temporaneamente in via precauzionale dopo che un terremoto di magnitudo 4.8 ha colpito la zona il mese scorso. Fagradalsfjall è rimasto inattivo per circa 6mila anni ma si è risvegliato nel marzo 2021, quando centinaia di persone si sono riversate nel Penisola di Reykjanes per vedere spettacolari colate di lava che sono durate mesi.

L’eruzione in Islanda e il traffico aereo

Nessuna delle recenti eruzioni nella penisola di Reykjanes ha causato danni o interruzioni dei voli, nonostante la vicinanza della zona al principale aeroporto di Keflavik. Anche se l’eruzione di lunedì sembra essere più grande e più potente di quelle degli ultimi anni, gli scienziati affermano che è improbabile che abbia un impatto sui viaggi aerei. Molti ricordano ancora le enormi interruzioni con ripercussioni internazionali nel 2010, quando un altro vulcano islandese, l’Eyjafjallajokull, ha emesso gigantesche nubi di cenere nell’atmosfera sopra l’Europa. Circa 100mila voli sono rimasti a terra, milioni di viaggiatori internazionali sono rimasti bloccati e i viaggi aerei sono stati sospesi per giorni a causa del timore che la cenere fine potesse danneggiare i motori dei jet. Gli esperti hanno riferito che per la posizione e le caratteristiche di questa eruzione non si prevede che produca molta cenere o causi un disturbo simile. Sam Mitchell, vulcanologo dell’Università di Bristol, ha affermato che l’eruzione di lunedì è molto diversa da quella dell’Eyjafjallajokull nel 2010, quando “un’eruzione esplosiva sotto un ghiacciaio ha prodotto una nuvola molto grande e cenere molto fine nell’atmosfera quando la direzione del vento puntava verso l’Europa continentale“.

Le possibili conseguenze dell’eruzione in Islanda

Gli scienziati affermano che al momento non vi è alcuna minaccia che la lava raggiunga la città di Grindavik o strutture chiave come le vicine centrali elettriche. I residenti della zona sono stati evacuati e la maggior parte delle strade circostanti restano chiuse. Gli studiosi hanno comunque avvertito che la situazione potrebbe cambiare e che è troppo presto per dire quanto durerà l’eruzione o quando i residenti locali potranno tornare nelle loro case. “Anche se la lava non ha eruttato nella città di Grindavik o nella vicina centrale elettrica, o nella Blue Lagoon, i flussi di lava sono comunque a pochi km di distanza e c’è ancora preoccupazione che la lava raggiunga questi luoghi chiave,” ha spiegato Mitchell.

La lava fusa che scorre sopra il suolo può anche aumentare il rischio di scarsa qualità dell’aria nella regione a causa dell’aumento del contenuto di anidride solforosa nell’aria. L’Icelandic Meteorological Office prevede che l’inquinamento da gas potrebbe essere rilevato nella zona di Reykjavik.

Il vulcanologo Ármann Höskuldsson ha dichiarato all’emittente statale islandese RUV che si aspetta che l’eruzione possa durare da una settimana a 10 giorni.

L’Islanda e i suoi vulcani

Il Paese si trova sulla sommità di un hot spot vulcanico e su quella che viene chiamata la dorsale medio atlantica, un’enorme spaccatura nel fondale oceanico causata dalla separazione delle placche tettoniche nordamericana ed eurasiatica. Man mano che le placche si separano, nuovo magma si solleva per riempire i vuoti, innescando terremoti e attività vulcanica. Uno dei più grandi vulcani attivi del paese è il Katla, che è attentamente monitorato perché si trova sotto uno spesso strato di ghiaccio glaciale, il che significa che qualsiasi eruzione potrebbe sciogliere il ghiaccio e provocare inondazioni diffuse. L’ultima eruzione del Katla risale al 1918 e l’eruzione durò quasi un mese, privando i raccolti della luce solare e uccidendo parte del bestiame.

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