Mettere d’accordo la Relatività di Einstein con la Meccanica quantistica, due teorie ‘inconciliabili’ che descrivono perfettamente due mondi, quello macro in cui viviamo e quello infinitamente piccolo dei quanti. Prova a farlo, con due studi pubblicati sulle riviste Physical Review X e Nature Communication, Jonathan Oppenheim dell’University College di Londra. La sua soluzione, definita ‘postquantistica‘, lascia però ancora molti dubbi aperti.
“Il ‘900 si è aperto con la formulazione di due teorie fondamentali che hanno rivoluzionato il mondo della fisica, quella della Relatività e quella della Meccanica quantistica, in quanto descrivono in modo pressocché perfetto due mondi“, ha commentato all’ANSA il fisico teorico Salvatore Capozziello, dell’Università di Napoli. La prima descrive tutto quello che è ‘classico’, ossia quello che possiamo osservare quotidianamente; la seconda quel che avviene nel mondo dell’infinitamente piccolo, quello dei quanti e dei loro bizzarri comportamenti. Teorie che funzionano perfettamente nei loro ambiti ma che non si riesce in nessun modo, finora, a unificare come un’unica grande teoria. Un enigma su cui sono al lavoro da un secolo tutte le migliori menti della fisica senza però aver mai trovato una soluzione.
Ora, in un primo articolo, il fisico teorico Oppenheim propone una teoria ‘Postquantistica della gravità classica’, una sorta di variante della teoria quantistica in cui esisterebbero delle fluttuazioni nello spazio-tempo capaci di alterare la massa degli oggetti. Proprio queste fluttuazioni sarebbero la chiave per verificare la correttezza della nuova teoria attraverso un esperimento descritto nel secondo dei due paper, a cui ha partecipato anche l’italiano Carlo Sparaciari.
“In realtà esistono decine e decine di teorie che tentano di risolvere lo stesso problema di ‘unificazione’ ma finora senza successo”, ha aggiunto Capozziello. “Ritengo – ha concluso – che neanche questa nuova teoria sia in grado di farlo in modo soddisfacente, in particolare resta molto fumoso il concetto di località. In altre parole, non spiega come sia possibile misurare questa oscillazione all’interno di uno spazio-tempo ‘classico’ e allo stesso tempo tenere valido il principio di Indeterminazione di Heisenberg”.