In occasione della Giornata internazionale della Montagna che ricorre l’11 dicembre, si è costituito il Gruppo di Lavoro sulle Montagne, nato su iniziativa del Dipartimento scienze del sistema Terra e tecnologie per l’ambiente del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Dsstta), e al quale partecipano otto suoi Istituti e due Istituti dei Dipartimenti Medicina e Agro-Bioalimentare, nonché i rappresentanti dell’Ente nell’Accordo CAI-Cnr, nel cui ambito è stato avviato il progetto “Rifugi Sentinella del clima e dell’ambiente”. L’International Mountain Day fu promosso dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2003: questa giornata trae le sue radici dal capitolo 13 dell’Agenda 21 “Gestire gli ecosistemi fragili: uso sostenibile della montagna” promossa nel 1992 in occasione della Conferenza ONU sull’ambiente e lo sviluppo.
Nel primo incontro del gruppo, tenutosi presso l’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Cnr di Bologna (Cnr-Isac), è stato presentato dai ricercatori lo stato dell’arte di studi e ricerche riguardanti le montagne. Le tematiche di ricerca si sviluppano interallacciandosi e affrontando argomenti di estremo interesse per la scienza, la società ed il turismo, per la sicurezza delle montagne e la risorsa acqua. Il monitoraggio continuativo di composti climalteranti in stazioni di montagna, quindi in condizioni di fondo, mostra concentrazioni di CO2 che hanno superato le 420ppm, e ribadisce la necessità di limitare l’uso di combustibili fossili, come sollecitato dall’IPCC.
Di rilievo lo studio del particolato atmosferico come il black carbon in grado di assorbire la radiazione solare e che depositato sui ghiacciai ne diminuisce l’albedo contribuendo alla loro fusione. Importante anche lo studio ed il censimento dei fenomeni franosi sulle Alpi mai così elevati dal 2000, che nel 2022 hanno registrato 71 eventi, l’85% dei quali registrati durante l’estate, a testimonianza dell’influenza del cambiamento climatico che con le elevate temperature rende critiche rocce, permafrost e, di conseguenza, gli impianti in alta quota. Queste solo alcune delle evidenze che riguardano anche lo studio ed il mapping di biodiversità in aree montane, ecosistemi montani d’acqua dolce e rilascio di sostanze inquinanti dalla criosfera, l’analisi e previsione di fenomeni geo-idrologici, la modellistica e previsioni stagionali di innevamento e risorse idriche, le attività antropiche che interagiscono con l’ambiente l’uomo e le sue attività.
I cambiamenti climatici hanno impatti più intensi in montagna rispetto ad altre componenti del sistema terrestre. Le montagne sono infatti considerate le prime sentinelle dei cambiamenti climatici perché rispondono rapidamente ed in modo spesso amplificato alle fluttuazioni del clima ed agli impatti delle attività umane. Esse rivestono un ruolo importante per valutare lo stato di salute di atmosfera, idrosfera, biosfera, litosfera e criosfera, essendo piattaforme attive e ideali per studiare il clima, le sue variazioni e i relativi impatti. Sono, inoltre, fondamentali risorse idriche per le pianure sottostanti, ospitano ecosistemi unici e una ricchissima biodiversità e geodiversità, e forniscono servizi ecosistemici e geo-servizi essenziali.