Water footprint: cos’è l’impronta idrica, perché è importante e come si calcola

Cos'è l'impronta idrica, perché è importante calcolarla e come farlo: tutto quello che c'è da sapere sul water footprint
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L’impronta idrica, o water footprint, rappresenta la quantità totale di acqua dolce utilizzata direttamente o indirettamente nella produzione di beni o servizi da un individuo, un’azienda o una nazione. Include l’acqua necessaria per coltivare materie prime, la lavorazione industriale e l’acqua consumata durante l’intero ciclo di vita di un prodotto. Misura la pressione antropica sull’approvvigionamento idrico e sottolinea l’interconnessione tra produzione di beni e consumo d’acqua. L’analisi dell’impronta idrica è utile per valutare e gestire la sostenibilità idrica, evidenziando il legame tra consumi umani e risorse idriche globali.

Cos’è l’impronta idrica (water footprint)

L‘impronta idrica è una misura quantitativa dei volumi d’acqua dolce direttamente e indirettamente associati a un individuo, a un’attività o a un processo di produzione. Si calcola considerando l’acqua consumata e inquinata lungo l’intero ciclo di vita di un prodotto o servizio, dallo sviluppo al consumo finale. L’impronta idrica si esprime in volumi di acqua, tenendo conto della diversa disponibilità e tipologia di risorse idriche coinvolte. Questo strumento analitico, basato su approcci di analisi di input-output e di valutazione dell’acqua virtuali, è essenziale per comprendere e gestire le relazioni complesse tra produzione, consumo e sostenibilità delle risorse idriche.

Fattori coinvolti

L’impronta idrica, o water footprint, tiene conto di diversi fattori che contribuiscono al consumo totale di acqua associato a un prodotto, servizio, individuo o nazione. I principali fattori coinvolti sono:

  • Acqua verde: quantità di acqua piovana impiegata per la crescita delle colture;
  • Acqua blu: acqua proveniente da risorse superficiali o sotterranee utilizzata in modo diretto (irrigazione, industria, uso domestico);
  • Acqua grigia: volume d’acqua necessario per diluire inquinanti al fine di mantenere gli standard di qualità dell’acqua;
  • Acqua virtuale: l’acqua incorporata nei prodotti durante il loro ciclo di vita, inclusa quella utilizzata per la produzione delle materie prime;
  • Processi di produzione e catena di approvvigionamento: l’uso di acqua nella produzione di beni o servizi, incluso l’approvvigionamento di materiali e l’energia impiegata;
  • Consumo diretto e indiretto: l’acqua utilizzata direttamente (ad esempio, per l’igiene personale) e indirettamente (ad esempio, incorporata in prodotti acquistati);
  • Disponibilità locale di acqua: la quantità di acqua disponibile in una determinata area geografica, considerando i fattori climatici e geologici;
  • Innovazioni tecnologiche e pratiche sostenibili: le tecnologie e le pratiche che possono ridurre l’impronta idrica attraverso l’efficienza nell’uso dell’acqua.

Considerare tutti questi fattori consente di ottenere un quadro completo dell’impatto dell’attività umana sulle risorse idriche e di sviluppare strategie per una gestione più sostenibile dell’acqua.

L’impatto

L’impatto dell’impronta idrica è significativo su diversi livelli, influenzando sia l’ambiente che l’economia. Ecco alcuni degli impatti chiave:

  • Stress idrico: in molte regioni del mondo, l’uso eccessivo delle risorse idriche ha portato a uno stress idrico, con conseguenze negative sulla disponibilità d’acqua per usi critici come l’irrigazione, l’approvvigionamento idrico domestico e industriale;
  • Deplezione delle risorse idriche: l’impronta idrica può contribuire alla deplezione delle risorse idriche locali e regionali, minacciando gli ecosistemi acquatici e la biodiversità;
  • Impatto sui corpi idrici: l’uso indiscriminato di acqua può portare all’esaurimento dei corpi idrici, compromettendo la qualità dell’acqua e causando impatti negativi sulla flora e fauna acquatica;
  • Disuguaglianza idrica: l’impatto dell’impronta idrica può variare a seconda delle regioni, contribuendo a disuguaglianze e sfide sociali legate all’accesso all’acqua;
  • Impatto economico: la scarsità d’acqua e la gestione inadeguata delle risorse idriche possono avere impatti economici attraverso la diminuzione della produzione agricola, l’aumento dei costi dell’acqua e la perdita di posti di lavoro in settori dipendenti dalle risorse idriche;
  • Inquinamento idrico: l’uso eccessivo di acqua può contribuire all’inquinamento idrico attraverso il rilascio di sostanze inquinanti durante il ciclo di vita di prodotti e processi;
  • Impatto globale: poiché molte filiere di produzione sono internazionali, l’impronta idrica può avere impatti a livello globale, influenzando il commercio, le catene di approvvigionamento e la distribuzione equa delle risorse.

Comprendere e mitigare l’impronta idrica diventa essenziale per promuovere pratiche sostenibili nell’uso delle risorse idriche e affrontare le sfide legate alla gestione delle acque dolci su scala globale.

L’impronta idrica degli alimenti

L’impronta idrica degli alimenti misura la quantità totale di acqua dolce utilizzata per produrre un alimento, includendo l’acqua per coltivare ingredienti, la lavorazione e la produzione. Considera anche l’acqua utilizzata durante la catena di approvvigionamento. Ad esempio, la carne richiede elevate quantità d’acqua per l’allevamento degli animali e la produzione di mangimi. Prodotti vegetali, come cereali e frutta, possono avere un’impronta idrica più bassa. Questa analisi aiuta a comprendere l’impatto ambientale dell’industria alimentare e guida verso scelte sostenibili per la gestione delle risorse idriche.

Come si calcola l’impronta idrica

Il calcolo dell’impronta idrica coinvolge diversi passaggi complessi e può variare leggermente in base alle metodologie specifiche utilizzate. Tuttavia, in generale, il processo di calcolo dell’impronta idrica comprende i seguenti passaggi:

  • Definizione dello scopo e dei confini: apecificare l’oggetto dell’analisi (ad esempio, un prodotto, un servizio, un’azienda) e delimitare il sistema, includendo tutte le fasi del ciclo di vita, dalla produzione al consumo;
  • Identificazione delle risorse idriche coinvolte: determinare e quantificare l’uso diretto e indiretto dell’acqua durante le diverse fasi del ciclo di vita, inclusa l’acqua verde, blu e grigia;
  • Stima dei volumi d’acqua: calcolare la quantità di acqua consumata o inquinata in ciascuna fase, utilizzando dati specifici per le colture, i processi industriali, ecc.;
  • Valutazione della disponibilità di acqua: considerare la disponibilità di acqua nelle aree geografiche coinvolte, tenendo conto di fattori come la stagionalità e le condizioni climatiche;
  • Calcolo dell’impronta idrica: sommare tutti i volumi d’acqua identificati durante le diverse fasi del ciclo di vita per ottenere l’impronta idrica totale;
  • Analisi e interpretazione: interpretare i risultati e analizzarli in relazione agli obiettivi dell’analisi, valutando l’impatto sull’ambiente e la sostenibilità delle risorse idriche.

Le metodologie specifiche e i fattori di valutazione possono variare a seconda del contesto e dell’organizzazione coinvolta nell’analisi. Organismi come il Water Footprint Network forniscono linee guida dettagliate per il calcolo dell’impronta idrica.

Perché è importante calcolarla

Calcolare l’impronta idrica è importante per diversi motivi:

  • Gestione sostenibile delle risorse idriche: fornisce informazioni chiare sull’uso delle risorse idriche associate a beni, servizi o processi, consentendo una gestione più sostenibile e consapevole delle risorse idriche;
  • Consapevolezza ambientale: l’impronta idrica evidenzia il legame tra le attività umane e l’uso delle risorse idriche, sensibilizzando l’opinione pubblica e le aziende sull’importanza della sostenibilità idrica;
  • Orientamento delle decisioni: aiuta a prendere decisioni informate su pratiche e prodotti che consumano meno acqua, promuovendo l’adozione di comportamenti e tecnologie più sostenibili;
  • Riduzione dell’impatto ambientale: fornisce un quadro completo dell’impatto ambientale legato all’acqua, permettendo di identificare aree in cui è possibile ridurre l’impronta idrica attraverso miglioramenti nella produzione e nei processi;
  • Gestione del rischio: aiuta a valutare il rischio di stress idrico in determinate regioni e settori, consentendo la pianificazione di strategie di gestione del rischio e l’adozione di pratiche che minimizzano l’impatto;
  • Sostenibilità aziendale: per le aziende, calcolare l’impronta idrica può essere parte integrante delle strategie di responsabilità sociale d’impresa, contribuendo a costruire un’immagine aziendale più sostenibile;
  • Sensibilizzazione nei consumatori: l’impronta idrica delle merci può essere utilizzata per informare i consumatori, consentendo loro di fare scelte consapevoli e sostenibili nell’acquisto di beni e servizi;
  • Politiche pubbliche: fornisce dati utili per lo sviluppo di politiche pubbliche orientate alla gestione sostenibile delle risorse idriche e alla riduzione dell’uso inefficace dell’acqua.

In sintesi, il calcolo dell’impronta idrica è fondamentale per promuovere la sostenibilità idrica, mitigare gli impatti ambientali e guidare le decisioni verso pratiche più efficienti e responsabili dal punto di vista idrico.

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