Il vulcano Marapi, situato nella provincia di Sumatra occidentale, Indonesia, ha dato vita ad una nuova eruzione, causando la temporanea chiusura dell’aeroporto internazionale Minangkabau di Padang, capitale della provincia. La decisione di chiudere l’aeroporto è stata presa nel pomeriggio locale di venerdì, quando le ceneri vulcaniche hanno raggiunto lo spazio aereo. Megi Helmiadi, il capo dell’autorità aeroportuale, ha confermato la cancellazione di due voli internazionali provenienti da Kuala Lumpur e di 13 voli nazionali.
Alto quasi 2.900 metri, il vulcano Marapi aveva eruttato per l’ultima volta il 3 dicembre, proiettando colonne di cenere alte fino a 3 chilometri e causando la morte di 23 scalatori, oltre al ferimento di numerosi altri sorpresi dall’eruzione. La natura imprevedibile delle eruzioni del Marapi, che non sono correlate a movimenti profondi del magma registrati dai monitor sismici, rende difficile prevenirle. Il Centro di vulcanologia e mitigazione dei disastri geologici ha classificato il vulcano al terzo livello di allerta più alto dell’Indonesia dal 2011, indicando un’attività vulcanica superiore alla norma. Tale livello impone agli scalatori e agli abitanti dei villaggi di mantenere una distanza di almeno 3 chilometri dalla vetta. Nonostante i rischi noti, molte persone sembrano aver ignorato le restrizioni, spingendosi in zone potenzialmente pericolose.
Il Marapi è uno dei più di 120 vulcani attivi in Indonesia, un Paese soggetto a frequenti sconvolgimenti sismici a causa della sua posizione sulla Cintura di Fuoco del Pacifico, caratterizzata da un arco di vulcani e faglie circolanti intorno al bacino del Pacifico.