Possono rientrare nelle proprie case i residenti del piccolo villaggio di pescatori in Islanda evacuato a causa dell’eruzione di un vulcano. Il capo della polizia regionale ha affermato che i residenti, gli imprenditori e i dipendenti possono rientrare a Grindavik (a partire da ieri), almeno per le festività natalizie. La città di 3.800 abitanti vicino all’aeroporto principale dell’Islanda è stata evacuata il 10 novembre quando un forte sciame di terremoti ha provocato crepe e aperture nel terreno tra la città e Sýlingarfell, una piccola montagna a Nord. Lunedì scorso il vulcano ha generato un’eruzione, emettendo roccia semifusa in uno spettacolo che ha illuminato il cielo notturno.
Le polemiche
La decisione del rientro dei residenti, oggetto di intensi dibattiti, è stata presa dal capo della polizia nel momento in cui l’Icelandic Meteorological Office (IMO) ha ridotto il livello di allerta per la città di Grindavík, passando dal rosso all’arancione. Tuttavia, questo livello di allerta rimane ancora significativo sia per una potenziale eruzione che per possibili forti terremoti.
Secondo le autorità, il rischio di una nuova eruzione nei prossimi giorni nei pressi della città è considerato “accettabile“. In pratica, chi decide di fare ritorno nella propria casa lo fa a proprio rischio e pericolo, consapevole della significativa possibilità di un’eruzione. Le critiche scaturite da questa nuova disposizione si concentrano sul fatto che il suolo della Blue Lagoon ha mostrato segni di sollevamento già da martedì, indicando che il flusso di magma potrebbe non essere del tutto concluso. Secondo quanto riportato dall’IMO, la probabilità di una nuova eruzione aumenta quotidianamente.
Nel caso sfortunato in cui un’eruzione si verifichi mentre la popolazione è ancora in città, verrà immediatamente attuata una nuova evacuazione.
Islanda, “eruzione molto rapida e potente”
Gli scienziati hanno spiegato giovedì scorso che l’eruzione si è fermata, anche se la pressione potrebbe ricominciare a crescere molto al di sotto di essa. Hanno affermato che il flusso di lava si è diffuso su un’area di 3,7 km² sulla penisola di Reykjanes, a circa 50 km a Sud/Ovest della capitale, Reykjavik.
“La tensione che si è accumulata nel corso dei secoli è stata rilasciata lacerando la crosta. Ciò apre un percorso per il magma che viene dal basso verso la superficie,” aveva spiegato giovedì scorso Magnus Tumi Gudmunsson, geofisico dell’Università dell’Islanda. “Abbiamo avuto questo evento in cui il magma ha raggiunto la superficie e abbiamo avuto questa eruzione molto rapida e potente, di breve durata e con la formazione della lava“.
L’area conosciuta genericamente come vulcano Svartsengi era rimasta inattiva per circa 780 anni. Il vulcano si trova a pochi km a Ovest di Fagradalsfjall, che è rimasto dormiente per 6mila anni prima di riattivarsi nel marzo 2021. L’ultima eruzione è stata più grande e più potente di quelle degli ultimi anni.