La Cina sta costruendo, secondo gli standard attuali, uno dei tunnel autostradali più lunghi del mondo, un progetto che attraverserà una delle catene montuose più lunghe del pianeta e aprirà nuove vie per gli scambi tra la regione autonoma dello Xinjiang Uygur e l’Asia centrale. Lo racconta oggi il South China Mor ning Post. Il tunnel Tianshan-Shengli rappresenterà la sezione centrale dell’autostrada Urumqi-Yuli e fungerà da collegamento di trasporto fondamentale tra la metà meridionale e quella settentrionale della regione, hanno affermato i media statali.
Quando sarà aperto al traffico, entro la fine di ottobre 2025, ridurrà il tempo di viaggio dalla capitale Urumqi a Korla, le due città più popolose della regione, da più di sette ore a circa tre ore. Il tunnel, che una volta terminato dovrebbe coprire una lunghezza totale di 22,1 km, è il più lungo attualmente in costruzione. Attualmente il record per il tunnel stradale più lungo al mondo appartiene a Laerdal, in Norvegia, con 24,5 km.
“Il completamento porterà sicuramente benefici al commercio e alla crescita economica nella parte sottosviluppata dello Xinjiang“, ha affermato Xu Tianchen, economista dell’Economist Intelligence Unit. Man mano che la Cina costruisce legami diplomatici ed economici più stretti con l’Asia centrale, la regione diventerà un fulcro sempre più importante sia come mercato finale che come punto di transito, con maggiori probabilità di sviluppo delle infrastrutture per potenziare la connettività, compresa la costruzione della Ferrovia Cina-Kirghizistan-Uzbekistan.
Lo Xinjiang è un punto dolente geopolitico tra la Cina e i paesi occidentali, poiché gli Stati Uniti e l’Unione europea hanno imposto sanzioni e controlli sulle esportazioni nella regione a seguito di accuse di violazioni dei diritti umani, spionaggio e sostegno alla guerra della Russia in Ucraina – tutte cose che Pechino ha negato. Ma queste misure sono state contrastate nei primi 10 mesi dell’anno, quando il commercio estero della regione ha raggiunto il livello record di 287 miliardi di yuan (40,5 miliardi di dollari) secondo le dogane di Urumqi, in crescita di quasi il 50% rispetto all’anno precedente.
Il nuovo percorso potrebbe diversificare i metodi commerciali e persino estendersi a ulteriori scambi culturali e turistici la Cina ha anche tentato di sfruttare i particolari vantaggi geografici dello Xinjiang, in particolare il confine condiviso con otto paesi, tra cui Russia, Mongolia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Pakistan, tutti fondamentali per l’iniziativa cinese Belt and Road.
Lo Xinjiang ha anche svelato i piani per un nuovo hub di libero scambio all’inizio di questo mese, a dimostrazione delle ambizioni di Pechino di aumentare la propria influenza economica.