Gli studenti del mondo si preoccupano profondamente, e giustamente, dei cambiamenti climatici e della sostenibilità. È responsabilità di tutti noi fare la nostra parte, dove possibile, per ridurre il nostro impatto collettivo sull’ambiente e costruire un futuro più sicuro: per tale motivo Ofqual (Office of Qualifications and Examinations Regulation, che si occupa di qualifiche, esami e valutazioni in Inghilterra) ha commissionato un primo studio per esaminare l’impronta di carbonio del sistema di esami dell’Inghilterra.
È stata stimata l’impronta di carbonio di un GCSE (General Certificate of Secondary Education) inglese, sostenuto nel modo tradizionale, con carta e penna, in una sala d’esame. Dall’indagine è emerso che uno studente che svolge i due compiti di un GCSE di lingua inglese ha un’impronta di carbonio di 5,6 kg di CO₂e o equivalente di anidride carbonica. È circa la stessa di una macchina a benzina a tre porte che percorre 1,82 km o di eseguire poco più di 5 cicli di lavaggio ad acqua calda a 60°C.
I ricercatori della PA Consulting Group e di Climate Partner hanno esaminato complessivamente l’impronta di carbonio prodotta da uno studente che svolge due compiti di lingua inglese per un GCSE, tracciando l’impronta di carbonio dal momento in cui lasciano casa fino al loro ritorno. È interessante notare che più della metà dell’impronta di carbonio proviene dagli spostamenti degli studenti da e verso la sala d’esame e quasi un terzo proviene dall’energia utilizzata, compresa l’illuminazione, durante l’esame.
Il secondo contributo più grande è la stampa di compiti d’esame e script (10%), mentre il resto è dovuto all’amministrazione delle carte d’esame, come la scansione e l’indicizzazione degli script, la marcatura e l’assegnazione, lo sviluppo e la formazione del personale, e il trasporto e lo stoccaggio pre e post-esame. Questi sono gli ambiti in cui ci sono opportunità per ridurre le emissioni di carbonio, che gli enti d’esame stanno già affrontando, sottolinea Ofqual.