“Noi non costruiremo mai nuove centrali nucleari in Italia. Lo Stato non realizzerà reattori, saranno eventualmente i distretti industriali o le singole aziende energivore a dotarsi di piccoli reattori modulari di quarta generazione. Lo Stato si limiterà a essere un soggetto regolatore. La Piattaforma che abbiamo lanciato continua a lavorare e non si occupa solo di fissione ma anche di fusione“: è quanto ha sottolineato un’intervista a Repubblica il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin. Sull’addio ai combustibili fossili, il Ministro ha spiegato: “Noi siamo allineati alla Ue, ma partecipiamo attivamente alla discussione. Perché il phase out dei fossili deve valutare anche le condizioni dei singoli Paesi. E il nostro è ancora fortemente dipendente dai fossili, con una serie di imprese che non possono arrivare alla decarbonizzazione pura. Occorre individuare percorsi di transizione per le imprese altamente energivore, magari adottando nuove tecnologie come la cattura della CO₂ emessa, o, appunto, i piccoli reattori modulari“.
L’Italia ha firmato l’accordo per triplicare, a livello globale, le rinnovabili installate entro il 2030, “anche perché si tratta di un obiettivo che era già stato incluso nel nostro Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec). Il solare crescerà da 21.650 megawatt (2020) a 79.921 nel 2030 (+369,15%) e l’eolico passerà da 10.907 megawatt a 28.140 (+258%)“. Anche se “abbiamo un territorio particolare, per i due terzi montano o collinare, con un patrimonio di beni culturali enorme e un comparto agricolo importante. Quindi dobbiamo usare tutta una serie di cautele, trovare percorsi compatibili con la tutela del territorio o delle attività. Ma ci arriveremo“.