Nel lontano 1930, l’affascinante scoperta di Karl Jansky gettò le basi per l’indagine del cosmo quando puntò la sua antenna radio verso il cuore della Via Lattea, rivelando per la prima volta i segnali provenienti da un buco nero, noto come Sagittarius A*. Da allora, gli sforzi incessanti degli astronomi ci hanno fornito una conoscenza più approfondita di questi enigmatici oggetti celesti, ma una domanda continua a stuzzicare la curiosità degli scienziati: è possibile che si formino stelle nelle vicinanze dei buchi neri?
La recente scoperta che il primo buco nero mai fotografato, M87, è in movimento ha aggiunto un nuovo livello di complessità alle nostre comprensione del cosmo. Gli occhi ora sono puntati su Sagittarius A*, il nostro buco nero di casa, mentre gli astronomi cercano di decifrare i suoi segreti con la stessa precisione.
Attualmente sappiamo che Sagittarius A* è circondato da diverse nubi molecolari, il mezzo interstellare in cui, occasionalmente, le stelle possono nascere. Tuttavia, emerge una sfida significativa: la vicinanza al buco nero sembra destabilizzare gli accumuli di gas, rendendo difficile, se non impossibile, la formazione di nuove stelle.
Secondo l’astrofisica Rosalba Perna, “la combinazione di un medium a bassa densità e le potenti forze mareali provenienti dal buco nero rende difficile la formazione stellare classica. Sarebbero fatte a pezzi prima di riuscire a collassare su se stesse“.
Nonostante queste sfide apparentemente insormontabili, osservazioni più recenti hanno rilevato la presenza di stelle in prossimità di Sgr A*, molto più vicine di quanto precedentemente immaginato. In particolare, l’oggetto X3a sembra trovarsi in una zona unica, potenzialmente adatta per la formazione stellare. Florian Peißker, un membro del team di ricerca, suggerisce che: “Questa regione, formata da un anello di gas e luce e distante pochi anni luce dal buco nero, potrebbe essere abbastanza protetta dalle radiazioni distruttive“.
Nonostante queste osservazioni intriganti, le teorie sulla formazione di queste stelle restano alquanto elusive. Gli scienziati hanno speculato sulla possibile origine di X3a, ma finora nessuna teoria si è dimostrata completamente soddisfacente. Il percorso per comprendere appieno le dinamiche di questo fenomeno celeste è ancora lungo, richiedendo ulteriori indagini e studi dettagliati.
Un ulteriore elemento affascinante è che la rotazione di Sagittarius A* sfida le teorie della relatività, aggiungendo un tassello intrigante alla comprensione di questi enigmatici buchi neri. Mentre gli scienziati continuano a scrutare il cielo, ci aspettiamo che nuove scoperte possano svelare ulteriori segreti nascosti nell’universo misterioso che ci circonda.