È salito a 131 morti e 980 feriti l’ultimo bilancio del terremoto di magnitudo 6.1 che ha colpito due giorni fa il Centro/Nord della Cina. Il dato è stato confermato dalle autorità locali, citate dall’agenzia Xinhua. In dettaglio, nella provincia del Gansu si registrano 113 morti e 782 feriti, 18 e 198 in quella del Qinghai, in cui risultano anche 16 persone disperse.
Lo scienziato Li Haibing ha affermato che il numero relativamente alto di vittime dell’ultimo terremoto è in parte dovuto al fatto che è stato superficiale, “pertanto, ha causato maggiori scosse e distruzioni, anche se la magnitudo non era grande“. Altri fattori includono il movimento prevalentemente verticale del sisma, che provoca scosse più violente, la qualità inferiore degli edifici in quella che è una zona relativamente povera, e il fatto che sia avvenuto nel cuore della notte, quando la maggior parte delle persone era a casa, ha spiegato Li.
A complicare ulteriormente i soccorsi alla popolazione, vi sono anche le temperature gelide: la minima notturna nell’area è compresa tra -15°C e -9°C, ha affermato l’Amministrazione meteorologica cinese. Il Beijing Youth Daily ha citato un anonimo coordinatore dei soccorsi che affermava che c’è bisogno di generatori, cappotti e carburante per le stufe, tra le altre cose. Almeno 4mila vigili del fuoco, soldati e agenti di polizia sono stati inviati sul posto per le operazioni di salvataggio
I terremoti sono piuttosto comuni nella zona montuosa della Cina occidentale che si eleva fino a formare il confine orientale dell’altopiano tibetano.