Dopo tre anni dalla loro immissione in commercio e miliardi di dosi somministrate, lo scetticismo sui vaccini contro Covid-19 rimane alto. Una buona fetta della popolazione continua a pensare che non siano stati studiati a sufficienza e che la loro efficacia e sicurezza non siano ottimali. È il dato che emerge da uno studio coordinato da ricercatori della Harvard T. H. Chan School of Public Health di Boston pubblicato su JAMA Network Open. I ricercatori hanno valutato in un campione rappresentativo della popolazione americana l’atteggiamento verso i vaccini Covid-19, confrontandolo con quello verso l’influenza.
Nel complesso, il campione riteneva leggermente più sicuro ed efficace il vaccino antinfluenzale. Inoltre, una quota più alta si dichiarava intenzionata a vaccinarsi contro l’influenza, ma non contro il Covid.
Lo studio ha inoltre indagato le ragioni che alimentano l’esitazione verso i vaccini Covid, scoprendo che le motivazioni possono essere le più disparate e sono spesso poco razionali. Il 60% vorrebbe che si facesse più ricerca sui vaccini per Covid (rispetto al 24% dell’antinfluenzale); il 51% è preoccupato per la sicurezza (rispetto al 25%); il 40% dubita dell’efficacia (27%). Poi c’è un 45% non si fida delle istituzioni che consigliano la vaccinazione Covid e un il 38% non si fida delle farmaceutiche.
Paradossalmente, anche queste percentuali sono più alte per i vaccini Covid che per quelli antinfluenzali, “nonostante siano le stesse agenzie governative e aziende farmaceutiche che promuovano sia vaccini contro il Covid-19 sia quelli contro l’influenza“, scrivono i ricercatori. Ancora, c’è un 35% che pensa che ci si sottoponga a troppi vaccini (30%), chi ritiene che Covid non sia poi così pericoloso o che l’immunità naturale sia migliore di quella conferita dai vaccini oppure chi ha avuto esperienze negative con le precedenti vaccinazioni Covid.