Nelle stelle più antiche sono avvenute reazioni di fissione nucleare finora ipotizzate e dimostrate solo adesso, con la generazione di elementi con un peso atomico maggiore di 260, più di ogni altro elemento della tavola periodica, compreso l’uranio. Lo indica la ricerca internazionale pubblicata sulla rivista Science e coordinata dal dipartimento di Astronomia dell’Università del Michigan. La ricerca, coordinata da Ian Roederer, ha analizzato simultaneamente gli elementi pesanti in 42 stelle della Via Lattea, tutte finora molto studiate dagli astronomi. Lo studio, condotto utilizzando nuove simulazioni, ha permesso di scoprire che alcuni elementi, come l’argento e il rodio, sono probabilmente quello che resta dal processo di fissione di elementi pesanti, generati in passato da fenomeni cosmici violenti, come la collisione di stelle estremamente dense come quelle di neutroni oppure dall’esplosione di supernovae.
Le simulazioni hanno inoltre permesso di determinare che il processo di fusione è riuscito a produrre elementi che in origine avevano un peso atomico di almeno 260. “Non abbiamo mai rilevato nulla di così pesante nello spazio o in natura sulla Terra, nemmeno nei test sulle armi nucleari”, afferma Roederer. Questi risultati, ha aggiunto, “potrebbero darci un’idea di come si sia formata la ricca diversità degli elementi”.