Le foreste sottomarine di alghe che costeggiano il Pacifico potrebbero prosperare nelle acque oceaniche da oltre 32 milioni di anni, un periodo molto più remoto di quanto si pensasse in precedenza. A questa nuova datazione giunge uno studio, pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, condotto dagli scienziati dell’Universita’ della California a Berkeley, dell’Universita’ di Washington e dell’Universita’ di Monaco. Il team, guidato da Cindy Looy e Steffen Kiel, ha esaminato delle alghe antiche rinvenute in un fossile.
Le foreste di alghe
Le foreste sottomarine di alghe del Pacifico, spiegano gli autori, sostengono un variegato ecosistema, che si è evoluto insieme alle forme di vita vegetali. Le ipotesi più accreditate finora ipotizzavano che la complessa rete biologica si fosse originata circa 14 milioni di anni fa.
Il nuovo lavoro, invece, suggerisce che le alghe prosperavano al largo della costa nordoccidentale già più di 32 milioni di anni fa, molto prima della comparsa dei moderni gruppi di mammiferi marini, ricci di mare, uccelli e bivalvi che oggi popolano l’habitat. Secondo quanto sostiene il gruppo di ricerca, le alghe antiche rappresentavano la fonte di nutrimento per dei mammiferi preistorici chiamati desmostili, vissuti tra l’Oligocene inferiore e il Miocene superiore. Il più antico fossile di alghe precedentemente conosciuto risale a 14 milioni di anni fa ed è ospitato nella collezione del Museo di Paleontologia dell’Università della California.
“I nostri resti – osserva Kiel – rappresentano una testimonianza del fatto che le alghe potrebbero essere state la fonte di nutrimento di questi enigmatici mammiferi marini chiamati desmostili, estintisi durante il Cenozoico. Ipotizziamo che gli esemplari iniziali fossero meno complessi delle forme di vita che conosciamo oggi. Questo lavoro dimostra ancora una volta che l’evoluzione della vita potrebbe essere piu’ complessa di quanto stimato finora“.
Scoperti dal collezionista James Goedert, i nuovi fossili sono stati rinvenuti nella spiaggia vicino a Jansen Creek. Le sezioni interne sono state esaminate con una tecnica di scansione a raggi X in 3D, e gli scienziati hanno individuato una vasta gamma di esemplari, vertebrati e invertebrati, alcuni di questi ultimi risalenti a 32 milioni di anni fa.
“La biodiversità di questi ecosistemi non era sicuramente paragonabile a quanto possiamo osservare oggi nelle foreste di alghe – conclude Looy – ma questo lavoro ci dimostra che esistono ancora molti interrogativi legati all’evoluzione della vita a cui non abbiamo ancora modo di rispondere. Nei prossimi step, cercheremo di analizzare questi fossili per capire come lo sviluppo delle alghe si colleghi ai cambiamenti nel sistema climatico dell’Oceano Pacifico“.