Un algoritmo può prevedere la morte: nel 79% dei casi non sbaglia

"Penso che la somiglianza tra testo e vite sia profonda e sfaccettata"
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E se le nostre vite non fossero una sequenza casuale di eventi, ma la cronaca di una morte annunciata? È l’assunto dal quale sono partiti i ricercatori danesi che, utilizzando i dati dell’anagrafe nazionale che contengono informazioni aggiornate quotidianamente su istruzione, stipendio, lavoro, orario di lavoro, alloggio e visite mediche, hanno sviluppato un algoritmo in grado di prevedere il corso della vita di una persona, inclusa la morte prematura, in più o meno allo stesso modo in cui i modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) come ChatGPT possono prevedere le frasi.

L’algoritmo – riporta il Financial Times – funziona meglio di altri modelli predittivi, comprese le tabelle attuariali utilizzate dal settore assicurativo. È noto che un buon reddito è correlato a un’aspettativa di vita più lunga, ma collegare grandi quantità di dati diversi potrebbe smascherare altri modi in cui i fattori sociali influenzano la salute.

Il lato negativo, oltre allo spoiler fatale, è che c’è qualcosa di quasi assurdamente riduttivo nell’idea di un DeathGPT. Ogni perla della collana della vita – frequentare un corso, un aumento di stipendio, perdere un genitore – sembra troppo personale per alimentare un insieme di dati prevedibili. Ma, in un’era di big data e di intelligenza artificiale usati per estrarli, dovremo accettare che quelle esperienze qualitative profonde possano essere catturate quantitativamente in modi che, all’interno dei margini di errore, delineano il destino di ogni individuo.

Somiglianza tra testo e vite

Sune Lehmann, del Politecnico della Danimarca, che ha condotto la ricerca pubblicata il mese scorso su Nature Computational Science, non trova l’idea sconcertante. “Penso che la somiglianza tra testo e vite sia profonda e sfaccettata“, ha detto al FT. “Per me è logico che il nostro algoritmo possa prevedere il prossimo passo nella vita umana“.

In un mondo in cui gli algoritmi riescono a tracciare il corso delle nostre vite con sorprendente precisione, la ricerca danese sulla predizione della vita tramite dati anagrafici apre una finestra su un futuro in cui la nostra esistenza potrebbe essere anticipata e interpretata come un testo scritto in anticipo.

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