Clima, le false verità dell’IPCC

Cambiamenti climatici, le bugie dell'IPCC smontate punto per punto
MeteoWeb

Come noto l’IPCC è l’organismo fondato dall’ONU per occuparsi di clima, in particolare per dimostrare che il riscaldamento globale cui stiamo assistendo dal 1880 circa ad oggi è causato dall’uomo, in particolare per l’immissione in atmosfera dei cosiddetti gas serra, CO₂ in particolare. Questo organismo è diventato il vangelo dei catastrofisti, ossia di coloro che ritengono l’uomo responsabile del riscaldamento globale, ed è di fatto un organismo politico non scientifico; molti scienziati del clima infatti si sono dimessi dopo avere maturato appunto di essere strumentalizzati per fini non scientifici. Di seguito alcune non corrette affermazioni di questo organismo.

Secondo l’IPCC infatti:

  • il secolo scorso è stato il secolo più caldo del millennio
  • in questo secolo sono aumentati gli eventi estremi (dissesti idrogeologici)
  • dal 1880 ad oggi il riscaldamento globale è cresciuto in modo accelerato
  • il 97% degli studiosi è d’accordo nel ritenere l’uomo responsabile del riscaldamento globale

Per quanto riguarda la prima affermazione, è dimostrato che invece nel millennio trascorso è documentata la esistenza del Periodo Caldo Medievale, dal 900 al 1400 circa, in cui la temperatura su tutto il globo è stata superiore a quella attuale almeno di 1,5-2 gradi centigradi. Così non è pure vera la seconda affermazione, come si dimostra in modo evidente in un libro scritto da Sergio Pinna, professore ordinario di Geografia presso l’Università di Pisa., dal titolo “La falsa teoria del clima impazzito”. C’è da ricordare inoltre che Cristofer Landsea, esperto di uragani, si dimise dall’IPCC proprio perchè non condivideva questa affermazione.

Per quanto riguarda la terza affermazione si nota a pag.53, fig.3.3, del citato libro di Sergio Pinna, che il trend lineare dell’intervallo 1695-1737, è caratterizzato da una rapida risalita dei valori termici non registrati successivamente.

Infine sul numero del 97%. Riporto di seguito il pensiero di Guido Visconti, professore ordinario di Fisica dell’Atmosfera del”Università dell’Aquila dimissionario dall’IPCC che così si esprime in un articolo apparso su Le Scienze nel dicembre 1997: “Nel 1997 è iniziato negli Stati Uniti il lavoro del National Climate Extremes Committee /NCEC), che ha sfatato molte false credenze che impressionano il pubblico ma non hanno fondamenti scientifici concreti. Si sta imboccando la via giusta per indurre a politiche sensate“. Queste poche righe di premessa sono essenziali per cogliere il senso delle mie osservazioni critiche sulle posizioni assunte dall’IPCC, illustrate nell’articolo “La Fisica del cambiamento climatico” a pag. 74. Nei documenti dell’IPCC, infatti di Fisica ce n’è ben poca.

In secondo luogo, è da precisare che l’IPCC non svolge ricerca scientifica vera e propria, ma svolge invece un’attività di rassegna di quella porzione della letteratura scientifica che è già allineata su tesi precedentemente enunciate proprio dall’IPCC. Un caso classico di autorefenzialità e di fabbrica del consenso: come ha infatti dimostrato un’analisi apparsa su Science nel 2004, nel periodo compreso fra il 1993 e il 2003 è stato molto difficile pubblicare articoli che sollevassero dubbi sulle tesi dell’IPCC. Il punto centrale è costituito dai modelli usati dall’IPCC che non sono in grado di rappresentare bene il clima odierno, né tanto meno quello futuro”.

C’è inoltre da tenere presente che iniziative degli scettici, come ad esempio il libro “La Natura, non l’Uomo, governa il clima” ed. 21moSecolo, ha avuto oltre 30 mila adesioni di scienziati. Così pure la Petizione dell’Oregon. Se 30 mila corrisponde al 3% degli scettici studiosi di clima allora i catastrofisti dovrebbero essere circa un milione! Queste semplici osservazioni tolgono all’IPCC la validità delle sue teorie.

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