Se nel primo anno di vita i bimbi seguono una dieta sana ricca di pesce e verdure, da grandi saranno più in salute, ad esempio con una riduzione del rischio di ammalarsi di malattia infiammatoria intestinale. Lo rivela un ampio studio pubblicato sulla rivista Gut e condotto presso l’Università di Göteborg. I risultati indicano che abbondanti quantità di pesce e verdure e un consumo minimo di bevande zuccherate potrebbero essere fondamentali per la protezione della salute a lungo termine, in una sorta di dieta preventiva per i neonati.
I casi di malattia infiammatoria intestinale (IBD), che include la malattia di Crohn e la colite ulcerosa, stanno aumentando globalmente. Si ritiene che i cambiamenti di abitudini alimentari abbiano un ruolo significativo, a causa del loro impatto sul microbioma intestinale.
Lo studio
I ricercatori hanno utilizzato dati di due studi che includono 21.700 e 114.500 bambini, 95.200 madri e 75.200 padri reclutati da tutta la Norvegia tra il 1999 e il 2008. I genitori hanno riferito la dieta dei loro figli quando avevano 12-18 mesi e 30-36 mesi. L’analisi finale includeva informazioni sulla dieta per 81.280 bambini di un anno. I ricercatori hanno valutato la qualità della dieta di ognuno, misurando l’assunzione di carne, pesce, frutta, verdura, latticini, dolci, snack e bevande e la frequenza settimanale di specifici gruppi alimentari. Durante un lungo periodo di osservazione, 307 bambini hanno sviluppato IBD (131 malattia di Crohn, 97 colite ulcerosa e 79 con IBD non classificata). L’età media alla diagnosi era di 12-17 anni.
Dallo studio è emerso che una dieta di alta qualità, con un maggior consumo di verdure, frutta e pesce e un minor consumo di carne, dolci, snack e bibite, influiva positivamente sulla salute dei bambini negli anni a venire. Le diete di media e alta qualità all’età di un anno erano associate a un rischio complessivamente inferiore del 25% di IBD rispetto a una dieta insalubre. In particolare, un elevato consumo di pesce a 1 anno era associato a un rischio complessivamente inferiore rispetto al suo opposto, e a un rischio inferiore del 54% di colite ulcerosa. Invece, il consumo di bevande zuccherate aumenta del 42% il rischio di sviluppare una problematica intestinale.
L’ipotesi è che la dieta nelle prime fasi della vita possa influenzare il rischio di malattie come quelle intestinali.