Da ormai una settimana, la Scandinavia si trova stretta nella morsa del gelo, con le temperature scese fino a -40°C per giorni, stabilendo nuovi record di freddo per questa parte del Nord Europa. Anche Oslo, capitale della Norvegia, ha stabilito un nuovo record di temperatura, con i -23,1°C registrati oggi, la temperatura più bassa mai raggiunta nella capitale norvegese dal gennaio 1987. Questa situazione di gelo sta creando non pochi problemi alla flotta di autobus elettrici di Oslo, adottati in misura massiccia per abbattere le emissioni e che in questi giorni sono rimasti bloccati.
Il freddo ha paralizzato una parte della nuova flotta di Ruter, la società che gestisce gli autobus elettrici a Oslo: circa 130 veicoli si sono bloccati per le basse temperature nei giorni scorsi. Ma già all’inizio di dicembre vi erano stati problemi simili, con più di 140 partenze di autobus compromesse ogni giorno. Ruter ha ammesso di avere alcuni “problemi con la minore autonomia degli autobus quando fa freddo” ma anche di avere “risolto questo problema modificando i turni di ricarica e sistemando la relativa infrastruttura di ricarica”.
Basse temperature e veicoli elettrici
D’inverno, gli utenti di auto e bus elettrici sanno di dover fare i conti con un’autonomia ridotta rispetto alla bella stagione poiché l’erogazione di una batteria è proporzionale alla temperatura. A ciò, si aggiunge il problema della gestione della temperatura dell’abitacolo che può costituire un 30% del consumo. Gli esperti sottolineano che un corrispondente risparmio della carica delle batterie usato per riscaldare i veicoli si può ottenere con bruciatori a gasolio.
“Ogni sistema di mobilità, che si tratti di una batteria o di esseri viventi come gli uomini, non funziona bene al freddo”, spiega Anna Stefanopoulou, Professoressa di ingegneria meccanica all’Università del Michigan e specializzata nella chimica dei sistemi elettrici, ricordando che “anche i motori a combustione interna hanno difficoltà ad avviarsi a basse temperature”. “Più bassa è la temperatura, più lente saranno le reazioni delle batterie necessarie per generare energia. E a -12°C un veicolo elettrico parcheggiato può perdere fino al 30-40% della sua autonomia prima ancora di iniziare a muoversi”.
Ma i veicoli elettrici – sottolinea l’esperta – “sono più efficienti dei motori a benzina o diesel, il che significa che avendo basse dispersioni non possono sfruttare il calore generato per riscaldare l’interno del veicolo. Gli autobus devono rimanere collegati alla rete anche nella fase di avviamento, fino a pochi istanti prima di iniziare a muoversi – ha aggiunto – e rimanere collegati durante la notte. Se si adottano queste modalità la batteria può funzionare alla portata massima.” “Quindi le autorità di trasporto devono modificare i loro programmi e dotare gli autobus di riscaldatori diesel per i mesi freddi per compensare la perdita di autonomia del 30% se vogliono mantenere i percorsi abituali“, ha spiegato Stefanopoulou.
Il paradosso di Oslo
Ma installare bruciatori diesel che riscaldano l’aria significa andare contro l’obiettivo di emissioni zero che la città di Oslo si propone di raggiungere già entro quest’anno per tutti i suoi trasporti pubblici. “La soluzione non è il bianco e nemmeno il nero – conclude Stefanopoulou – perché decarbonizzarsi completamente non è facile anche se ci stiamo lavorando duramente. Penso che si debba essere consapevoli dei miglioramenti e allo stesso tempo comprendere le carenze. Questo ci aiuterà a evitare di creare pubblicità negativa contro il grande sforzo che stiamo attualmente facendo per l’elettrificazione”.