Maltempo: il fiume Po sale di 2 metri in 24 ore

L'arrivo della pioggia e della neve – sottolinea Coldiretti - salvano l’Italia dalla siccità
MeteoWeb

Per effetto del maltempo con intense precipitazioni e la caduta della neve, il livello idrometrico del fiume Po è salito di oltre 2 metri in un solo giorno pur rimanendo ben al di sotto la soglia di criticità. È quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti a Boretto nella mattina del 7 gennaio, sugli effetti della perturbazione che ha colpito l’Italia con l’allerta arancione in Emilia Romagna e gialla in altre 12 regioni da Nord a Sud del Paese.

Dopo un inverno caldo e siccitoso, l’innalzamento del più grande fiume italiano è rappresentativo di quanto avviene lungo la Penisola dove – sottolinea la Coldiretti – si registrano frane, alberi caduti e problemi di viabilità e non mancano le preoccupazioni per la stabilità idrogeologica del territorio soprattutto nelle aree già colpite dall’alluvione come la Toscana e la Romagna.

L’arrivo della pioggia e della neve – sottolinea la Coldiretti – salvano peraltro l’Italia dalla siccità dopo il clima anomalo del 2023 che sta facendo emergere i primi sintomi di stress idrico che, accompagnati alla scarsità di neve in diversi settori dell’arco alpino e su gran parte della dorsale appenninica, hanno fatto scattare il campanello d’allarme nelle campagne. La situazione è difficile a macchia di leopardo lungo tutta la Penisola dal Piemonte alla Sicilia. Sulle Alpi torinesi manca l’80% della neve necessaria per creare le scorte idriche per consentire alle coltivazioni di crescere mentre in Sicilia le precipitazioni – sottolinea la Coldiretti – sono state le più scarse da oltre cento anni nel secondo semestre dell’anno 2023 secondo il Servizio informativo agrometeorologico regionale.

L’arrivo della neve in questa stagione – precisa la Coldiretti – è quindi importante anche per l’agricoltura, secondo il vecchio adagio contadino “sotto la neve il pane”, perché insieme alla pioggia garantisce acqua alle campagne. Mentre il freddo è necessario per fermare le popolazioni di insetti, dannose per le colture, che potrebbero sopravvivere e svernare per attaccare i raccolti nella prossima primavera.

La svolta climatica è dunque una necessità – continua la Coldiretti – dopo un 2023 bollente segnato peraltro in Italia anche da una media di 9 eventi estremi al giorno con oltre 6 miliardi di danni all’agricoltura nazionale tra coltivazioni e infrastrutture con grandinate, trombe d’aria, bombe d’acqua, ondate di calore e tempeste di vento. Importante è però – conclude la Coldiretti – che il cambiamento sia progressivo senza ondate di freddo estremo e gelate improvvise ma anche manifestazioni violente che distruggono le coltivazioni e le infrastrutture.

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